La Repubblica (A. Di Carlo) – “Non abbiamo il potenziale per andare a prendere calciatori in Premier League che giocano nei top team“. Se i Friedkin pensavano di veicolare al meglio l’immagine della Roma nel Paese del Sol Levante, anche grazie alla figura di José Mourinho, probabilmente il biglietto da visita che è emerso dalla prima conferenza stampa di Tokyo non è stato di certo entusiasmante.
Alla vigilia dell’amichevole di questa mattina contro il Nagoya Grampus (calcio d’inizio 11.30, diretta su Dazn) lo Special One si presenta davanti ai microfoni con il volto di chi ancora fatica a smaltire il corposo jet-lag, ma con le idee chiare su cosa servirebbe per tornare a vincere, come accaduto lo scorso anno in Conference League: “Noi allenatori possiamo migliorare i giocatori, ma non siamo in grado di fare miracoli“.
Tradotto? L’ennesima richiesta d’aiuto lanciata al gm Tiago Pinto, che poche ore dopo non ha voluto però addentrarsi nel tema mercato: “Senza dubbio teniamo in considerazione l’opinione del nostro allenatore ma anche dei paletti imposti dal fair play finanziario“.
Mourinho quindi rimpiange il livello della Premier League, Pinto invece esalta il colpo Abraham dal Chelsea, ricordando i tanti giocatori arrivati dall’Inghilterra e definendo lo Special One convinto più dal progetto che dai soldi. Un “botta e risposta” decisamente poco allineato, un racconto della stessa realtà ma con due visioni decisamente opposte. “Un giocatore giapponese a Roma? Se costa poco…”, è stata la battuta con la quale il tecnico portoghese ha liquidato la questione legata al mercato, tra le risate dei giornalisti giapponesi.