Mourinho: “Pellegrini è sempre più vicino a firmare il rinnovo, io lo voglio tanto e lui vuole rimanere con noi” – VIDEO

Pagine Romaniste – Terminata la sosta per le Nazionali, il campionato è pronto a ripartire. Per la terza giornata di Serie A, la Roma ospiterà domani sera (ore 20:45) il Sassuolo di Dionisi. José Mourinho – che domani taglierà il traguardo delle 1000 panchine – è intervenuto in conferenza stampa per presentare la sfida ai neroverdi. Di seguito le sue parole:

Il rapporto tra Nazionale e Club è un problema antico, tornato all’ordine del giorno. Tutti vanno alla ricerca di una soluzione, qual è la sua idea a questo proposito?

Non ne ho idea. Hai ragione, è un problema da tanti anni. Hai ragione anche quando dici che è difficile trovare una soluzione. Ci sono ovviamente degli interessi diversi dei club e delle Nazionali. Interessi diversi anche delle diverse istituzioni. Io ho già deciso già da qualche tempo di non perdere tempo e concentrazione a pensare alla soluzione o a cose che non posso controllare. Nel nostro caso non è facile accettare che un giocatore ha giocato giovedì a mezzanotte (Viña, ndr) e che arriva a Roma sabato mattina. Magari siamo anche fortunati che sia solo uno, perché sicuramente ci sono altri club che sono in una situazione più complicata. Ho deciso di non piangere e ho deciso di non essere negativo, pensando ad essere positivo.

Complimenti per le 1000 panchine, ha incassato anche le congratulazioni da Sir Alex Ferguson e non è da tutti. Zaniolo a che punto è? Se lo aspettava già a questo livello dopo un anno e mezzo tribolato? Lo abbiamo visto giocare anche finto centravanti in Nazionale.

Grazie per i complimenti, approfitto per ringraziare anche la League Managers Association per essere entrato in quel club dei 1000 nella Hall of Fame. Grazie ovviamente anche a Sir Alex Ferguson, perché le sue parole sono pesanti, pesanti in senso positivo. Non abbiamo ancora parlato del Sassuolo e ringrazio anche Dionisi per le sue parole. Ho tanto rispetto per lui e per questa nuova generazione di allenatori che fanno un percorso come il suo, come quello di Italiano e di tanti altri, che li fa arrivare dove sono con tanto merito. Zaniolo. Il club è stato cauto l’anno scorso perché già si parlava di lui, che si poteva allenare o giocare qualche partita, tipo l’ultima, o che poteva anche essere convocato per gli Europei. Il club è stato veramente cauto con lui e lui è stato molto maturo, ha aspettato il momento giusto. Quando è tornato ad allenarsi con noi, non è rientrato direttamente nel lavoro con la squadra. Io per diverse ragioni non potevo venire a lavorare in Italia prima di luglio però qualche mio collaboratore è venuto prima e ci ha lavorato insieme un paio di settimane prima del mio arrivo e di quello della squadra. Tutto è stato fatto già dall’anno scorso con Paulo (Fonseca, ndr). L’evoluzione è stata molto tranquilla. Doveva andare al di là delle cicatrici emozionali, perché questi infortuni lasciano per tanto tempo cicatrici emozionali nei calciatori. Ha avuto il suo tempo, ha lavorato molto bene prima della stagione. In questo momento è uno che ha completamente dimenticato il problema che ha avuto. Ha fiducia nel suo corpo, sente fiducia nella gente che lavora con lui e sta bene. Penso che sia anche molto buono per lui. E’ buono avere anche un nuovo Carles Perez. Il bravo Perez di Barcellona non è mai arrivato a Roma e non l’ho mai visto a Roma, ma quest’anno è fiducioso, con voglia di giocare. Quando gioca, gioca bene. Avere loro per la stessa posizione è fantastico per la squadra e anche per loro. Giocare da 9? E’ da Roberto (Mancini, ndr), lui non dà nessuna opinione sulle nostre idee e anche noi dobbiamo rispettare le sue, quello che decide per Nico decide bene.

La ruggine di Zaniolo è finita? E’ tornato quello che si ricordava prima dell’infortunio? Le ricorda qualche giocatore del passato il suo talento?

Nico è più facile per voi paragonarlo al Nico di prima dell’infortunio. Quando si fa un paragone si fa anche su un ragazzo che oggi è due anni più grande rispetto a due anni fa. Non c’è solo quello prima e dopo l’infortunio, c’è anche quello due anni più grande con tanto tempo di pensare che magari non ha mai avuto prima. E’ un ragazzo sicuramente con più maturità, c’è spazio per la sua evoluzione, ovviamente sì. Sarei molto scarso se non avessi nulla da dare ad un ragazzo di 22-23 anni. Ovviamente deve imparare, deve conoscere meglio il gioco, deve sapere saper giocare in modi tatticamente diversi, contro una squadra che gioca in blocco basso o con un pressing più alto. Deve imparare tante cose che arrivano anche con l’esperienza. Però mi sembra un ragazzo che sta imparando bene, è super professionale. Qualche informazione ho cercato di prenderla prima di arrivare e dicevano avesse poca maturità e poca responsabilità. Io posso dire soltanto il contrario. Il rosso che ha preso non è stupido, è il rosso di un giocatore che vuole fare bene per la squadra, che vuole avere una transizione difensiva positiva per la sua squadra. Io posso parlare solo bene di lui. Il nostro rapporto è assolutamente aperto e lui si sente molto a suo agio con me. Non solo come allenatore e giocatore. Sono contento con lui. Mi piace tanto fare paragoni, però un giocatore col suo potenziale non ce ne sono tanti.

Si è aspettato questo impatto così determinato da parte di Abraham? Pellegrini ha accettato il suo consiglio sul rinnovo del contratto di ritorno dalla Nazionale?

Non sei stato tu che hai detto al mondo l’indirizzo di casa mia? No? Grazie. Pellegrini ogni giorno che passa è sempre più vicino a firmare il suo contratto. In situazioni simili i giocatori ogni giorno che passa sono più vicini ad andare via, ma lui è sempre più vicino a firmare. Per me non c’è storia in questo. Io lo voglio tanto, il club lo vuole tanto e lui vuole tanto rimanere con noi. La situazione è vicinissima a finire, e a finire bene. Se il suo procuratore, che ovviamente cerca di fare il meglio per il suo giocatore, non decide, io darò a te l’indirizzo di casa sua, così lo puoi mettere nel giornale e invitiamo gli ultras della Curva Sud ad andare a casa del suo procuratore. Scherzi a parte, è molto vicino al rinnovo. Lui vuole veramente essere qui con noi, vuole essere parte del nostro progetto. All’inizio io dovevo capire delle cose, dovevo imparare a conoscere i giocatori, non solo individualmente ma anche nel gruppo. Anche quando Dzeko era qui io non ho mai voluto decidere se fosse o meno il capitano. Dovevo capire delle cose di gruppo, ma anche delle cose culturali e sulla personalità. Pellegrini è con noi da tanti anni, è il nostro capitano, Mancini il secondo e Cristante il terzo. Questo capitano deve essere un capitano per oggi, ma anche per domani. Per questo motivo non ho mai detto ufficialmente che era lui il nostro capitano, prima deve firmare il contratto, però sono così convinto che firmerà presto da dire che sarà il nostro capitano per tanti anni, con altri due bravi capitani come Mancio e Bryan insieme a lui. L’impatto di Abraham? Me lo aspettavo come giocatore, sì, però c’è sempre un piccolo dubbio su un giocatore che nasce e cresce nel suo habitat naturale. Un ragazzo di Londra, che ha giocato tanti anni con il Chelsea e che vive con la famiglia, un ragazzo di Londra sarà sempre un ragazzo di Londra. Tante volte loro non escono tanto e quando lo fanno c’è sempre la domanda sull’adattamento. Era il mio unico dubbio, ma è finito. Non è solo adatto a questo, ma penso che gli piaccia tanto. Non si adatta solo perché è un professionista, ma gli piace veramente. E’ già perfettamente integrato nella squadra, non solo a livello calcistico ma anche umano. Ha i suoi amici. Ha una vita qui con loro e una vita fuori da Trigoria con loro. Siamo molto contenti di lui e penso che anche lui sia molto contento con noi.

Che cosa ne pensa del Mondiale ogni 2 anni?

Penserò ai Mondiali quando allenerò una Nazionale. Non è il caso, non lo faccio adesso e non lo farò adesso. Un giorno lo farò, sì, ma non ora. Quando avrò 80 anni e allenerò una Nazionale mi rifarai questa domanda e risponderò.

Mourinho è un po’ cambiato. Questa nuova generazione di allenatori le ha suggerito qualcosa?

No, non loro. Io sono diverso, come tutti noi lo siamo. Anche tu lo sarai, magari avevi più capelli prima di adesso (ride, ndr). E’ l’evoluzione naturale delle cose. C’è una cosa troppo ovvia, che sono i mezzi che abbiamo a disposizione per l’analisi di gioco. Per forza originano dei cambi nelle idee e nel modo di lavorare. Io ho fatto l’analyst al Porto, al Barcellona e anche quando stavo con mio padre. Dovevo andare allo Stadio con fogli e penna. Era così che si faceva. Dopo si tornava a casa e magari se avevi fortuna mettevi un VHS e riportavi tutto. Se fai un paragone con oggi a livello di analisi è un cambio totalmente diverso. Questo implica i cambi di lavoro e di capire le cose. Non dico che oggi sia più facile, ma è diverso. Anche quando tu hai tante informazioni come le hai oggi, devi essere anche bravo a selezionarle e ancora più bravo a fare la differenza tra l’informazione buona per te e quella che deve arrivare ai giocatori. Ieri abbiamo fatto una riunione di 8 minuti e anche oggi ce ne sarà un’altra. Prima della partita col Sassuolo i giocatori hanno fatto una riunione di 8 minuti ieri e oggi ne faranno un’altra di 8 minuti. Io col mio staff 8 ore martedì, 8 ore mercoledì e 8 ore giovedì. Il calcio è totalmente cambiato a questo livello. Se noi ci fermiamo e diciamo che non vogliamo questo, sbagliamo.

Lei più volte ha ricordato il distacco della Roma l’anno scorso dal primo e dal quarto posto. Si sente di dire che il distacco con le altre squadre è calato?

Abbiamo giocato due gare, non 20. Dopo due gare la distanza dall’Inter non sono 29 punti, magari un solo gol più di noi, una roba così. L’anno scorso eravamo dietro alla Juve di 19 punti o cose così e ora ne abbiamo 5 in più. Non significa niente, per me significa semplicemente la nostra strada, quello che dobbiamo fare. Non mi preoccupa neanche quello che fanno gli altri. Non siamo in un momento in cui dobbiamo pensare agli altri, siamo in un momento dove dobbiamo pensare a noi, alla nostra evoluzione come squadra. Magari a gennaio, dopo venti partite, sarà tempo di guardare dove siamo noi, che è successo e che hanno fatto gli altri. In questo momento non dobbiamo pensare a niente che non sia la prossima partita, giocare bene e cercare ovviamente di vincere. Ho letto qualcosa di Allegri che mi è piaciuto tantissimo sui risultati. Quando uno vince sempre, si da meno valore alla vittoria, il valore dei punti. Non possiamo scappare da questo. Siamo una squadra diversa da loro. Con “loro” intendo Juventus, Inter, Atalanta. Loro sono già squadra con ambizione perfettamente definita, noi no. Noi siamo una squadra in crescita. La gente è felice che abbiamo vinto due partite di fila e abbiamo giocato benino e anche io lo sono. Però una cosa è contento e pensare che siamo già una squadra fantastica e un’altra cosa è uno che ha giocato già 999 partite e dice “Contento contento, però tranquillo tranquillo”.

Come stanno Mancini, Pellegrini e Smalling?

Tutti bene. Non c’è nessun bluff o bugia. L’unico poverino è Vina, che è arrivato un’ora fa. Tutti gli altri, Zaniolo, Mancini, Pellegrini, Smalling, hanno tutti recuperato. Oggi si allenano normalmente e domani sono a disposizione per giocare.

7 partite nelle prossime 3 settimane. Ha pensato ad un turnover diverso rispetto alle prime 4, quando ha schierato più o meno sempre la stessa formazione? C’è un’alternativa a Karsdorp diversa da Reynolds?

Ancora non ho pensato al turnover, perché non ho pensato ancora a queste 7 partite. Capisco quello che dici, nel mio ufficio ho davanti a me ho lo schermo con il calendario, quindi ovviamente so che abbiamo tante partite da giocare in poco tempo. Non ho ancora pensato neanche alla partita dopo il Sassuolo, ho pensato solo a quella di domani. Domani non c’è turnover, domani si gioca con i giocatori che penso siano i migliori per giocare questa partita e niente di più. Ti davo come esempio prima quando ho parlato di Zaniolo e Carles Perez. Se un giorno gioca Carles Perez per me non è turnover, è opzione. Quando hai giocatori bravi nella stessa posizione è così. Karsdorp? C’è Reynolds, ma Ibanez può giocare terzino. Ovviamente non un terzino offensivo che spinge e gioca altissimo come fa di solito Rick, però un terzino di stabilità. Lo ha fatto anche nella pre-season, lo abbiamo provato sia terzino destro che sinistro. Può fare il terzino di stabilità.

Quando il mercato era ancora aperto lei aveva chiesto esperienza per la panchina. Alla fine non è arrivato nessuno, il gm ci ha spiegato le motivazioni. Questa esperienza si può trovare nei calciatori a disposizione o magari non serve alla Roma in questo momento?

La cosa importante è che io, il direttore e la proprietà siamo tutti d’accordo. Non è che io dico che mi piacerebbe un giocatore in più e loro dicono di no. Siamo tutti d’accordo. Ci sono delle circostanze dove non bisogna parlare dettagliatamente di questo. a volte non è possibile. L’esperienza non si compra, in questo momento la si può costruire. Il mercato è chiuso e non possiamo comprare nessuno fino a gennaio, dobbiamo pensare ai giocatori che abbiamo. A Reynolds, Zalewski, Bove, Calafiori, anche per loro è un modo di crescere. Io non vorrei parlare di mercato. La verità è che se noi paragoniamo la nostra rosa con le rose dei club che sono alti in classifica o con alti obiettivi, c’è una differenza significativa. Io mi fido dei ragazzini e se devono giocare giocano. Tranquilli, vediamo che succede a gennaio.

La preoccupa di più del recupero fisico dei Nazionali o la concentrazione per preparare la partita?

Nessuno di voi mi ha fatto una domanda sul Sassuolo, devo parlarne io. E’ molto difficile e non lo dico solo per i risultati della Roma contro di loro negli ultimi anni. Lo dico per consapevolezza e per analizzare il loro modo di giocare. E’ una squadra difficile. Dobbiamo giocare molto molto bene se vogliamo i tre punti. Vado con i giocatori che penso che possano fare il meglio per noi. Non penso alla Conference League e non penso ad altre partite. La situazione con la Nazionale: Cristante e Micki hanno giocato 90 minuti due giorni fa ma sembra che stiano abbastanza bene per giocare. Mancini, Pellegrini e Zaniolo sono recuperati. Siamo là. Dobbiamo cercare di vincere.

Come definirebbe i tifosi romanisti con una parola?

Appassionati, facile.

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