La Repubblica (M. Ferretti) – Una sconfitta immeritata e grottesca ma (almeno per ora) indolore guardando la classifica. La Roma, nonostante il discusso e discutibile ko di Torino, è ancora al quarto posto. È, cioè, in linea con le aspettative della società, anche se le tre sconfitte rimediate in otto turni di campionato non possono, anzi non devono, essere sottovalutate.
I numeri ci dicono pure che la squadra di José Mourinho è a ridosso del podio del campionato, e neppure questo può, anzi deve essere valutato nella maniera sbagliata. Il segnale più inquietante che arriva dallo Stadium è che, al di là di come il risultato è maturato, la Roma continua a non battere le parigrado o giù di lì.
La costante negativa della passata stagione sta fornendo una replica che nessuno in casa Roma avrebbe voluto individuare. L’aver perso contro Lazio e Juventus con due gare condizionate da pacchiani errori arbitrali, va sottolineato e ricorda in maniera vistosa quanto accaduto con Paulo Fonseca in panchina.
Cambiano gli allenatori, per adesso non cambia la storia. Forse perché sono cambiati poco i giocatori. La rosa della Roma, lo sottolinea da sempre a ragione Mourinho, non è completa e neppure lontanamente paragonabile a quella di Inter e Juventus.
Mourinho può metterci (lo fa) qualcosa o parecchio di suo, ma non basta: il portoghese non può confezionare miracoli, tipo moltiplicare i giocatori bravi e affidabili. Può addestrare quelli che ha (lo sta facendo, e bene), ma il massimo che può dargli uno dei suoi potrebbe essere il minimo che garantisce uno di un’altra squadra.