La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) – Mourinho è stato chiaro: conta il Vitesse, per la Lazio ci sarà tempo. Del resto è dall’inizio della stagione che ripete sempre lo stesso leit motiv: conta la prossima partita. Ieri sera lo ha ripetuto ancora, consapevole che passare il turno stasera vorrebbe dire avvicinare il sogno di portare a casa un trofeo. Che poi per lui sarebbe un trofeo storico, il primo allenatore a piazzare il poker europeo, avendo vinto due volte la Champions e l’Europa League e una volta la Coppa delle Coppe.
“L’unica partita che mi interessa è il Vitesse, non la Lazio -dice Mou-. Se stasera vinciamo o pareggiamo siamo ai quarti di finale, se perdiamo siamo fuori. Non mi interessa altro, penso solo a questa gara. Ad Arnheim abbiamo giocato per i tre punti, come in una gara secca. Faremo lo stesso, anche se ci potrebbe bastare un pari“. Il vero problema, però, è trovare il modo di far segnare gli attaccanti. Se si eccettua per Abraham, le altre punte finora sono state deludenti dal punto di vista realizzativo: “Ma sono attaccanti che hanno sempre fatto gol e ora non ne segnano più o attaccanti che hanno sempre fatto pochi gol e stanno continuando così? Ecco, la risposta è chiara. Non è che qui ci sia Lewandowski che ora nella Roma non segna più. Non è un problema di qualità, ma di profilo dei giocatori“.