Corriere dello Sport (R. Maida) – “Fare gol a Vicario è stato un miracolo, sembrava il portiere più forte del mondo“. José Mourinho sospira mentre i 4.000 tifosi della Roma, sistemati dappertutto, esultano per una vittoria ruvida e importante. Non è stata la partita dei sogni ma in certi momenti quello che conta è portare a termine una missione. Anche faticando, anche temendo.
“Devo fare i complimenti a Paolo Zanetti – continua Mourinho -, è difficile giocare contro le sue squadre”. Lui lo sa bene perché l’anno scorso venne battuto dal Venezia in una domenica piena di rimpianti e contestazioni. Ma nella nuova Roma c’è un calciatore chiamato Dybala, che sposta percezioni e giudizi con un’idea.
“Non ci sono tanti calciatori con il suo potenziale – ammette – è facile da vedere, lo sappiamo tutti ormai. Lui ci sta cambiando. Non so come sarebbe andata se Paulo non fosse stato in campo ma io ho visto che la squadra nel suo complesso ha giocato con lo spirito giusto. A parte qualche momento, come il gol subìto: c’è una responsabilità di diversi ruoli”.
Elogia anche Abraham, che ha cominciato e concluso l’azione del 2-1: “È quello che gli chiedo. Ci sono delle fasi della partita in cui Tammy deve abbassarsi per facilitare l’uscita del pallone. Ma quando lo fa, a volte poi fatica mentalmente ad arrivare in zona gol. Stavolta c’è riuscito. E deve ancora crescere“.
Torna sulle carenze dell’organico: “Non abbiamo la rosa che hanno le squadre top. È cresciuta la competizione interna eppure qualcuno la soffre. Matic e Cristante sono due grandi calciatori ma non hanno le caratteristiche per integrarsi, hanno un profilo simile. E con tanti infortuni diminuiscono le opzioni: ora ad esempio ho solo due terzini disponibili, mancano Karsdorp e Zalewski. E se perdo uno dei centrali non posso più giocare a tre dietro“.