Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Riusciranno Cska Sofia e Spezia – la prima già eliminata nel girone di Conference League, la seconda quartultima in serie A con la peggior difesa del campionato (36 gol) – a riportare il sereno dentro la Roma? José Mourinho sa che i momenti neri vanno affrontati con la massima attenzione e per questo vuole dosare con il bilancino l’energie della squadra.
La prima partita aspetta stasera i giallorossi: contro i bulgari del Cska, avversario il gran freddo, ore 18.45 e diretta tv su Sky. Mou ha lasciato a casa Mkhitaryan, Smalling e Rui Patricio, che fin qui era stato lo stakanovista della squadra.
Il problema è che alla Roma non basteranno i tre punti per vincere il girone e saltare così il prossimo turno. Serve che lo Zorya, al terzo posto e perciò fuori dall’Europa in ogni caso, fermi in casa i norvegesi del Bodo Glimt, che faranno di tutto per evitare il playoff di febbraio contro le “retrocesse” dall’Europa League.
Come negli ultimi tempi, Mourinho batte il tasto delle assenze per giustificare la mancanza di risultati: “Sappiamo delle nostre difficoltà, dei tanti infortuni, sappiamo che in questo momento ogni giocatore che perdiamo è un disastro. Abbiamo visto il campo, c’è un metro di neve, sarà ovviamente molto difficile. Dobbiamo anche far riposare qualche giocatore per forza. Covid, infortuni e squalifiche: tutto insieme è troppo. Noi siamo uniti e tranquilli, vogliamo vincere questa partita ma dobbiamo anche pensare al futuro e avere un po’ di timore per tutte queste cose negative. Rui Patricio ha giocato sempre, Smalling viene da un infortunio importante e in una settimana ha giocato tre partite di fila per 90 minuti, Mkhitaryan non è più giovanissimo e gioca in un ruolo che esige tanto da lui: questi tre devono per forza rimanere a casa. Con la rosa che abbiamo dobbiamo pensare di partita in partita e fare della prossima sempre la partita più importante“.
Un percorso che Mou vede senza soluzione di continuità: “Non sono cambiato tanto da quando ho vinto la Champions con l’Inter. Alleno da tanti anni ma ho sempre la stessa passione, magari sono più tranquillo ed esperto per gestire i vari momenti della stagione. Nel 2004 avevo il sogno di vincere la Champions League, ora sogno di vincere la Conference League. Sono due competizioni diverse, ma questa è la Coppa in cui siamo e vedremo se sarà possibile vincerla. Vincere la prima edizione sarebbe storico“.