Mourinho: “Il mio rosso è giusto. Poi mi sono scusato. Ci sono dei giocatori che ora stanno ad un livello bassissimo”

José Mourinho, allenatore della Roma, è stato intervistato durante il post partita di Roma-Torino 1-1. Queste le sue parole:

MOURINHO A DAZN

Sull’espulsione…

E’ giusta. Le mie parole all’arbitro meritano il cartellino rosso. Ho parlato con lui dopo la partita e mi sono scusato, però del gioco e del suo gioco non voglio parlare. Ho avuto l’umiltà di scusarmi, però della sua performance ed ipotetica influenza nello sviluppo della partita lascio a voi.

Cosa non le è piaciuto?

Non ne voglio parlare. La partita che puoi vincere non è quella che è finita, ma la prossima. Ho parlato con l’arbitro e non mi piace parlare pubblicamente di situazioni pubbliche. Le mie parole meritavano in rosso, però non ne posso giudicare la partita.

Sulla partita…

Ci sono due partite: una fino al 70′ e una dopo. Fino al 70′ i tifosi della Roma vogliono andare a casa, negli ultimi 20 minuti abbiamo creato di più, magari anche delle ultime 4-5 partite. Perché? Facile: siamo un tipo di squadra con limiti. Quando un giocatore come Paulo non gioca è diverso. Non voglio fare Harry Potter, però quanti punti abbiamo in più con Dybala. Ci sono squadre che hanno venti giocatori meravigliosi, noi abbiamo quello che abbiamo. Non mi voglio nascondere: ci sono dei giocatori che ora stanno ad un livello bassissimo. Ora riposiamoci, poi preparemo un secondo ritiro. Sarà un momento per certi giocatori per fare autocritica. Con questi problrmi, siamo una squadra unita. Abbiamo spirito. Una squadra che sbaglia rigore al 92′ è morta: invece no. Siamo andati di più. Ho chiamato questi 20 minuti i “minuti della speranza” di avere Pellegrini e Dybala insieme. Tahirovic è lì, è entrato in una situazione di pressione. Sapevo non mi avrebbe deluso. Questo è il lavoro del club. Non ci sono milioni e milioni da spendere e lavoriamo tutti insieme. Compliemnti a Tahirovic: ha fatto bene.

Sulla mentalità…

La fanno i giocatori. Si parla tanto di cultura del club, della città: per me tutto si costruisce con i giocatori.

Sul rigore…

Non era Belotti il designato. Non posso dire chi fosse il giocatore designato. E’ il tipo di situazione che può succedere. Il problema è quando non si dà quello che si può dare. Questa fragilità psicologica non le digerisco. Belotti ha avuto coraggio e di sbagliare: come minimo ha avuto il coraggio di farlo.

MOURINHO IN CONFERENZA STAMPA

La Roma è Dybala dipendente. La preoccupa?

In questo momento che lui è recuperato non sono preoccupato, ho la speranza che possa tornare bene per la seconda parte della stagione. Preoccuparmi non mi aiuterà. Questi ultimi 20 minuti non sono 20 minuti di sorpresa ma di speranza, perché Tahirovic sarà un grande giocatore. Per una squadra come la Roma avere la possibilità di avere in futuro un grande giocatore è un fatto di cui ha bisogno. È una speranza per me, è un giocatore in più, ha qualità. La situazione di Paulo è ovvia, avete visto tutti. In 20 minuti con Paulo abbiamo più emozione nello stadio, più palle gol, abbiamo fatto tutto di più. Sono 6 partite di campionato di fila senza di lui, è tanto per noi. E 2 senza lui e Lorenzo, è una cosa assurda per noi. Per questa ragione esco con speranza e contento dell’atteggiamento dei giocatori negli ultimi minuti, quando fai palo, parate, un rigore sbagliato nel recupero muori, invece la squadra è andata fino alla fine. Abbiamo i nostri limiti, ma sono positivo in funzione di questa finestra di speranza.

Dov’è finita la Roma che senza Dybala vinceva un trofeo? Il resto della Roma perché ha tutte queste difficoltà?

Difficile per me rispondere. Ho la risposta per te, se tu mi dai la tua che resta con te ti rispondo fuori. Non puoi? Non te lo dico. Ti sembra tutto uguale rispetto all’anno scorso? O se manca qualcosa di fondamentale?

Abraham?

Sono old-fashioned, ma penso che quando tu diventi un giocatore professionista in un universo di milioni e milioni di bambini che volevano esserlo, non ti serve l’appoggio di nessuno. Non ti serve una fonte esterna a te stesso per motivarti. Ma che è questo? Una fonte esterna. L’allenatore deve fare questo, lo psicologo deve aiutare. Ma che? Tu devi dare tutto il campo ogni giorno, ogni allenamento, ogni partita. Giochi bene, giochi male, sbagli. Se sbagli con me al massimo penso che sei scarso. Ma un’altra cosa è l’atteggiamento, la domanda riflette il mondo di oggi. Ma che appoggio psicologico? Corri, amico! Vai là, duelli individuali, sbaglia, crea problemi. Amico, sono milioni di bambini che vogliono arrivare, arrivano in pochi. Sono privilegiati. La fonte esterna è un plus, che ti dà qualcosa in più, sei un uomo. Volpato oggi non ha giocato bene. Di chi è la colpa? Mia. Perché Volpato non è un giocatore per giocare contro il Torino che gioca uomo contro uomo, che è tosto. La colpa è mia. L’ho cambiato per migliorare la squadra e per proteggere lui, è parte della sua formazione. Ci sono giocatori che devono avere un livello alto non dico di performance, sbagliare è parte del giocatore, ma di atteggiamento. Ti servono motivazioni per prendere lo stipendio? Dobbiamo tutti dare di più.

Di chi è stata la decisione su Karsdorp?

Mia, non devo spiegare le decisioni che prendo. Lui sa perché, i compagni sanno perché e non devo dire a voi perché. Decisione mia.

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