Il Messaggero (A.Angeloni) – L’aria di casa sua è decisamente più fresca, più ventilata. E José Mourinho, abbandonata l’afa romana, si trova a meraviglia qui in Algarve, in Portogallo, nella sua terra affacciata sull’Oceano. Ad Albufeira, per la precisione, dove la Roma si prepara per la terza estate di fila (ed è stata qui anche lo scorso inverno, durante la pausa per il mondiale), dove c’è un centro sportivo all’altezza, lo Stadio Municipal di Albufeira.

La Roma qui è blindata, l’hotel della squadra è a una decina di minuti dal campo: i calciatori vivono a stretto contatto h24, durante il lavoro e dopo. Mou ha preteso di poter lavorare lontano da occhi indiscreti, la sicurezza è garantita, i giocatori sono accompagnati da tre, quattro guardie del corpo durante gli spostamenti.

Di solito si avvicinano poco perfino i turisti e qui ce ne sono tanti. José ha preteso soprattutto di lavorare qui, nell’estremo ovest dell’Europa, specie dopo aver saputo che la tournée indonesiana era saltata. E alla fine gli è andata anche meglio. E’ il suo luogo del cuore: il vento, le temperature accettabili, qui dovrà nascere la sua terza Roma, che punta dritto alla Champions. Ma ancora non ci siamo.

Comincia di fatto questa mattina la seconda fase della preparazione, la più importante, perché fatta con un po’ tutti i calciatori, specie i “titolari“, arrivati solo da qualche giorno. Saranno altri undici giorni di passione, Mou a stretto contatto con i suoi ragazzi, grandi e bambini: in tutto sono 24 i convocati per il ritiro qui in Algarve. Mancano ancora dei pezzi perché il puzzle si completi e non pezzi marginali e infatti questo è un tormento dello Special. Lo scorso anno, l’aria di casa Mou ha portato Dybala, atterrato a Faro proprio a inizio ritiro, quasi come pacco regalo, quasi come una voglia di futuro.

Quest’anno il nuovo centravanti – che serve come l’aria – non c’è ma dovrà arrivare e Mou si augura di averlo subito, per testarlo da vicino. La punta (lui vorrebbe Morata) è la priorità, come il centrocampista. Mourinho ha ricominciato la stagione con un sorriso garbato, mostrato dal primo giorno in cui è atterrato in Italia dopo le vacanze; lo abbiamo visto molto social negli ultimi momenti passati a Trigoria prima della partenza per l’Algarve, quando si è divertito a dare indicazioni/pressioni di mercato (di preferenze di mercato, per la precisione) più o meno palesi, ma sempre centrando il cuore del problema: manca il gioiello per poter brillare e lo Special sa che in questa stagione si gioca tanto, gli obiettivi non sono scontati e il mercato fatto fino a ora, non basta.

José non ha ancora parlato ufficialmente, non ha ancora sottolineato se quello della Roma, fino a ora, sia stato un mercatino come quello dello scorso anno, oppure se AouarNdickaKristensen (il rinnovo del prestito di Llorente) siano calciatori – seppur arrivati a costo zero – di suo gradimento, ma i segnali per ora sono confortanti. Gli ultimi due li potrà osservare meglio qui, mentre l’ex Lione lo ha conosciuto prima e l’inserimento procede bene.

Mou non ha ancora detto se lascerà sfilare via questo suo anno di contratto con la Roma o se pensa e spera in un rinnovo, perché ormai è fin troppo chiaro, a Roma Mou ha cose che un qualsiasi altro posto non potrà trovare, e parliamo di affetto, lui ha messo tutti d’accordo e a Roma esiste solo José. Ma il calcio si fa sul campo e non solo sugli spalti, José ha bisogno di una squadra migliore di quella della passata stagione e la vuole ora, in questa fase calda, quando la preparazione è fondamentale per costruire il futuro, nella gambe e nella testa dei calciatori. C’è tutto e manca tutto, insomma. La Roma dovrà correre, ora.