La Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Tammy Abraham è giunto all’ottavo gol stagionale, il quarto in questo mese e con il nuovo modulo i segnali d’indispensabilità lievitano. Non sono in fase offensiva, come chiarisce Mourinho stesso: “Nel finale aveva i crampi, ma gli ho chiesto uno sforzo in più perché mi serviva la sua fisicità soprattutto sulle palle inattive. Mi dispiace solo che aspettava di calciare quel rigore, ma non gli è stata data l’opportunità perché c’era fuorigioco dieci minuti prima…” graffia ironico.
Chissà se la prossima volta dal dischetto non possa toccare a lui: “Dipenderà da Veretout. Se dopo due errori vorrà far passare qualche tempo prima di batterli“. Ma poiché il secondo è Pellegrini, che resterà fuori per infortunio forse fino a gennaio, è possibile che la prossima volta a calciare sia proprio l’inglese. “Non c’è niente di più bello che segnare davanti a questo pubblico. -Racconta Abraham- Prima del rigore stavo palleggiando, visto che era un momento delicato e tutto stava andando per le lunghe. Sono rimasto concentrato e ho giocato col pallone per dimostrare che non ero nervoso“.
Mourinho alla fine aggiunge: “Per me non è la vittoria della svolta, ma della creazione di un certo tipo di mentalità. Abbiamo i nostri limiti, però non ci facciamo abbattere dai problemi. Ora andrò a casa e piangerò per Pellegrini, che sarà costretto a restare fuori qualche settimana, prima di cercare soluzioni“. Anche perché, subito dopo il Bologna, arriva la “sua” Inter all’Olimpico: “Mi dovrò preparare emozionalmente, perché lì c’è la mia storia”.