Corriere dello Sport (J.Aliprandi) – A otto giorni dall’inizio del campionato la Roma è ancora in una fase di stallo, alla ricerca di cinque pedine sul mercato per rinforzare un organico che a oggi contro la Salernitana si presenterebbe all’Olimpico con soli 15 giocatori di movimento. Dieci in campo e cinque in panchina.

Uno shock per i tifosi giallorossi che da due mesi aspettano il sostituto di Abraham e quei rinforzi che dovrebbero dare al tecnico e alla squadra l’opportunità di lottare per rientrare in Champions League: invece non solo il centravanti non è arrivato, ma si è prolungato lo standby sul mercato in entrata che da un mese non vede più traccia di novità. Né di arrivi. Eppure le uscite sono state tante, dagli esuberi ai giovani fino a Roger Ibañez, per un totale di circa 75 milioni a cui va aggiunto anche il 20% della rivendita (3 milioni) di Under dal Marsiglia al Fenerbahce e il tesoretto della cessione di Zaniolo nell’ultimo mercato invernale.

I paletti Uefa bloccano la Roma, è vero, ma i nomi su cui la dirigenza ha puntato sono stati passeggeri, frutto di tentativi che non hanno portato alla fumata bianca. Prima i casi sui centrocampisti, quindi l’affare Frattesi sul quale Pinto ha scelto di prendere il 10% della rivendita all’Inter, e l’interesse per Sabitzer poi sfumato e andato al Borussia Dortmund.

Poi sugli attaccanti. Il no dell’Atletico Madrid su Morata, poi la trattativa saltata per Scamacca, il rifiuto del Bologna per Arnautovic e il sondaggio di pochi giorni fa per Beto la cui risposta dell’Udinese (30 milioni) ha immediatamente interrotto sul nascere la trattativa. Infine la beffa di due giorni fa con la Fiorentina per Beltran. Quella che più ha fatto infuriare i tifosi, per aver provato a sfilare un giocatore promesso sposo della viola offrendo al River Plate meno della società toscana. Pur avendo un principio di accordo con l’attaccante, nulla la Roma ha potuto davanti ai cinque milioni (più bonus) di differenza rispetto alla proposta della Fiorentina.

In tutto ciò non si sblocca la grana Marcos Leonardo, trattato per settimane per cercare di acquistarlo con le modalità di pagamento migliori e che hanno di fatto portato alla brusca interruzione dell’operazione con il Santos. Perché fino a qualche giorno fa il problema era legato solamente alla rateizzazione, ora invece al fatto che i l club non vuole lasciarlo partire, come confermato anche dal nuovo coordinatore tecnico brasiliano Alexandre Gallo: «Il Santos, nelle condizioni in cui si trova, non farà l’affare. Vogliamo davvero che Marcos Leonardo resti con noi. È un giocatore molto importante, un talento che ha fatto solo cose buone nel club. Attualmente potrà andar via solo se ci sarà un grande vantaggio economico per la nostra società. Il presidente non è a suo agio con questa valutazione (quindi la proposta di 12 milioni più 5 della Roma, ndr). Non solo, abbiamo bisogno del giocatore in questo momento. Potrebbe esserci una possibile trattativa, ma per un’uscita nella finestra di fine anno». Un messaggio inviato alla Roma per aumentare l’offerta? Potrebbe essere, ma anche il tecnico Aguirre è stato chiaro: «Ci serve, non lo voglio lasciar andare». A quel punto la Roma dovrà trovare un altro nome per il centravanti giovane.

Su quello esperto la Roma spera di poter fare passi avanti. Zapata resta il preferito ma l’offerta ancora non si avvicina alle richieste dell’Atalanta che vuole 3 milioni per il prestito più 7 per l’obbligo di riscatto condizionato al 40% delle presenze e bonus legati al rendimento. Vista la fretta e l’assenza di alternative (low cost) Pinto sta studiando una nuova offerta. L’impressione è che l’affare possa sbloccarsi andando incontro alle richieste della Dea. In tutto ciò si studiano anche i centrocampisti e il sostituto di Ibañez: piacciono Demiral e Solet. Mourinho aspetta, i tifosi anche, ma il tempo stringe. E come ha detto il tecnico: «Siamo già in ritardo».