Mourinho dice no al Portogallo ma vuole i pieni poteri per giurare amore a Roma

La Stampa (M. De Santis) – Vincolato da regolare e profumato contratto a tempo pieno con la Roma fino al 30 giugno 2024, José Mourinho non ha potuto e forse mai davvero voluto accettare la proposta della Federcalcio portoghese. Ascoltata nei giorni scorsi l’offerta di ct (anche part time) della Nazionale presentata personalmente dal presidente Fernando Gomes, dopo aver vagliato tutti i pro e i contro del caso insieme al superagente Jorge Mendes e al suo assistente Valdir Cardoso, lo Special One ha ringraziato e risposto che non è ancora il momento.

La chiusura non è netta e definitiva: a giugno o più in là, magari per i Mondiali del 2026, se ne potrà ridiscutere. Per ora, per l’eccitazione e il giubilo del popolo tifoso, non ci sarà nessun divorzio a stagione in corso tra la Roma e Mourinho, rientrato regolarmente ieri a Trigoria a dirigere la ripresa degli allenamenti.

Nei prossimi sei mesi, partendo dall’imminente mercato di gennaio, l’uno cercherà di valutare l’operato dell’altra, e viceversa, per constatare se sussistano le condizioni per proseguire nel matrimonio come da accordo (7,5 milioni netti a stagione più premi e bonus) fino al 2024 e anche oltre. La tenuta del rapporto, oltre che dai risultati, dipenderà dalla convergenza programmatica tra i piani del club e le mire dell’allenatore, 26 trofei in curriculum.

Mou, come da pedigree, aspira a vincere ma ritiene i paletti del Fair Play Finanziario, appena fissati dai Friedkin con la Uefa, una complicazione difficilmente scavalcabile per attuare l’opera di rafforzamento necessaria nella sua testa.

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