Tuttosport (F. Tringali) – L’ultimo tango tra la Roma e i suoi tifosi non avrà come unico obiettivo quello di dirsi un reciproco grazie. Perché in coda a una settimana emotivamente sfibrante, vissuta sulle montagne russe di delusioni e polemiche, i giallorossi devono blindare il loro posto in Europa League. Josè Mourinho è padrone del proprio destino. In tutti i sensi, anche – o forse soprattutto – per ciò che riguarda il suo di futuro.
Intanto stasera contro lo Spezia ha bisogno di vincere per archiviare la qualificazione in quella coppa che mercoledi ha soltanto sfiorato, perdendo la sua prima finale europea contro il Siviglia. Se poi la Juventus non dovesse centrare i tre punti, in contemporanea a Udine, allora diventerebbe tutto più semplice (in caso di arrivo a pari punti, Roma avanti sui bianconeri per scontri diretti). Al triplice fischio l’abbraccio con uno Stadio Olimpico pronto a spellarsi le mani per lo Special One (squalificato, potrà entrare in campo a fine gara) e la sua squadra. I tifosi hanno scelto da tempo da che parte stare, ora attendono, proprio come il loro condottiero portoghese, un segnale chiaro e definitivo della proprietà americana.
Mou e Dan Friedkin in questi giorni si sono soltanto annusati, venerdì pomeriggio a Trigoria è andato in scena un incontro cordiale, utile solo ad allungare l’agonia nell’ambiente romanista. Domani José partirà per le vacanze, ha le idee chiare sulla Roma del futuro, ma devono coincidere alla perfezione con il progetto texano. La crescita di questa Roma deve essere trasversale dunque, a partire da una rosa a cui serve qualità e freschezza nelle sue prime alternative. Mou non chiederà al club di svenarsi, è consapevole dei paletti imposti dalla Uefa, di sicuro non gradirebbe segnali di strategie a risparmio vista la mancata qualificazione in Champions, che non farebbero altro che interrompere la crescita di una squadra dall’ossatura comunque valida.