La Gazzetta dello Sport (A.Pugliese) –Lui e la Roma da una parte, il resto del mondo dall’altra. José Mourinho da qualche settimana ha deciso di alzare l’asticella, non appena si è resto conto che le difficoltà stavano aumentando. Ha sempre fatto così e spesso e volentieri i risultati gli hanno dato ragione, le sue battaglie adesso sono iniziate pure a Roma. Messaggi alla Lega (con la questione dell’inno), agli arbitri e alla stampa. E’ di nuovo Mou contro tutti, per costruire il fortino a protezione della Roma.
Ieri non ha voluto rispondere a domande sul campionato italiano o sugli arbitri, poi nel pomeriggio ha postato una doppia foto su Instagram con cui ha parlato eccome, pungendo ancora una volta gli arbitri. Da quando è tornato in Italia ha avuto da ridire in 4 partite: Udinese (espulsione di Pellegrini), Lazio (mancato rigore su Zaniolo), Juventus (gol non concesso ad Abraham e rigore non ripetuto) e Milan (rigore concesso ad Ibra e non a Pellegrini). Un cliché già usato con Chelsea, Inter, Real Madrid e Manchester United. Fa parte della strategia, volersi creare dei nemici per sentirsi più forti dentro, nel gruppo. E non poteva mancare la polemica con la stampa.
Il club è con lui, considerato quasi una musa ispiratrice. In tutto ciò, stasera si gioca: “Vogliamo vincere e finire primi nel girone. Di certo non ci si può dimenticare di ciò che è successo in Norvegia. Lì abbiamo perso come squadra, ora vogliamo vincere come squadra”. Poi alcuni pensieri sparsi, su Abraham: “Viene da un altro calcio, non è in un momento speciale, ma è un grande giocatore. Abbiamo fiducia in lui, tornerà a giocare bene e a segnare“. Su Felix: “Ha delle qualità che noi non abbiamo, come il volere la palla nello spazio. E’ un ragazzino, non un giocatore fatto. Ma dobbiamo lavorarci su“.