La Repubblica (P. Torri) – In ordine cronologico. Ottobre del 2021. Il Newcastle viene acquistato dal Fondo Sovrano dell’Arabia Saudita. Questione di giorni e dall’Inghilterra arriva lo spiffero che gli arabi sono pronti riportare in Premier Mourinho, arrivato a Roma soltanto da cinque mesi.
Estate scorsa. Il Psg di proprietà dell’emiro del Qatar decide di prendere Galtier per dare l’assalto alla Champions. Neppure il tempo di presentarlo. Perché, dicono a Parigi, se neppure Galtier porterà all’emiro la coppa dalle grandi orecchie, nuova rivoluzione e chi, nel caso, meglio di Mou per l’assalto finale?
Pochi giorni fa, il ct Tite saluta il Brasile eliminato dal Mondiale. Tra i nomi che spuntano per la successione, poteva mancare quello dello Special One? Non solo. Tra i nomi c’è anche quello di Ancelotti, re al Real. Ma, aggiungono sempre i bene informati, se davvero Carletto nostro dovesse dire sì alla Selecao, sarebbe Mou il preferito da Florentino Perez per continuare a fare collezione di Champions.
Anche il ct Santos saluta il Portogallo e il nome in cima alla lista per sostituirlo indovinate un po’ chi è? Lui. Che fino a oggi non ha detto una parola ma certo è il primo a sapere, da mago della comunicazione qual è, che tutte queste voci non possono che essere propedeutiche per il suo ego in chiave futuro. Al punto da legittimare il diffondersi dell’ipotesi di un domani sulla panchina del suo Portogallo, un sogno che il tecnico ha sempre manifestato.
Tutto vero o no, la domanda è: Mourinho la prossima stagione sarà ancora l’allenatore della Roma? La risposta la può dare soltanto l’uomo di Setubal. Ecco, noi ci permettiamo di dire che la risposta, contratto alla mano, la deve (dovrebbe) sapere soprattutto la Roma. Nel senso che ha il dovere di chiederla al suo allenatore, per programmare nel caso un altro futuro. E il tecnico ha il dovere etico di darle la risposta.
Non chiediamo ufficialità, ma chiarezza, anche per quel che riguarda i ricorrenti mal di pancia del tecnico che ogni tanto chiede un mercato simil emiro pur sapendo di non poterlo ottenere. Se è il suo modo per anticipare l’addio alla Roma, che lo ha rilanciato dopo l’esonero dal Tottenham, ha il dovere di dirlo. Non farlo sarebbe colpevole.