Il Tempo (L. Pes) – Un conto alla rovescia iniziato il 18 maggio al fischio finale della semifinale di ritorno con il Bayer Leverkusen che tiene sulle spine tutti, meno che Mourinho. L’abitudine a questo tipo di palcoscenici (sarà la sesta finale Supercoppe europee escluse) regala uno Special One sereno a pochi giorni dalla finale di Europa League. Concentrato, certo, e con quella sana voglia di scendere in campo: “Non mi piace parlare prima, mi piace giocare tanto, è un peccato che non si possa giocare una finale ogni settimana, questa è la mia direzione. Parlare poco, ripetere quello che non mi stanco di ripetere: vogliamo giocare, vogliamo giocare e giocare. Mercoledì saremo lì”.
Sono le sue notti, quelle dove sbaglia difficilmente e che ora più che mai non vuole sbagliare con la sua Roma. Non c’è spazio per il futuro: né il suo né quello del club, che ha come unica strada per tornare in Champions League quella di battere il Siviglia. Ma i pensieri di Mourinho sono sulla coppa, e nient’altro. C’è la Fiorentina domani in campionato, ma le scelte di formazione saranno ovviamente condizionate da Budapest.