Il Messaggero (S. Carina)A separarli, oltre il punto in classifica a favore dell’Atalanta, ci sono 5 anni di differenza. Curiosità vuole che Mourinho e Gasperini siano infatti nati lo stesso giorno: il 26 gennaio. Del 1958 il tecnico piemontese, del ‘63 lo Special. Liberi di dire ciò che vogliono, pensano, senza timore delle conseguenze. Sorprende quindi che ieri José, chiamato in causa sull’addio di Pinto, abbia dribblato abilmente la questione: “Non faccio considerazioni su un direttore. Sono rispettoso delle gerarchie, io non sono nessuno”.

Ma anche Huijsen, 18enne con appena 12 minuti di serie A alle spalle (ufficializzato ieri, ndc), va considerato un rinforzo. Mou fa buon viso a cattivo gioco. Le sue parole vanno lette e analizzate perché come al solito non sono banali: “Si tratta di un ragazzo che ha 18 anni con 10 minuti disputati in Serie A, però è uno dei prospetti con più qualità in Europa. In futuro diventerà un grande calciatore e nella nostra situazione è stata l’unica soluzione per aiutarci. Noi possiamo aiutarlo a crescere però non è un giocatore nostro ma della Juventus”. Un compendio di pragmatismo: 1) Non potevamo permetterci altro 2) Huijsen è un ottimo calciatore ma solo in futuro diventerà un grande calciatore 3) Ok l’arrivo ma non può andar bene il tipo di operazione. Con un futuro ancora da scrivere, meglio concentrarsi sull’Atalanta.

È il primo ostacolo di una settimana fondamentale sia per la rincorsa alla Champions che per il derby di coppa Italia: “Noi però siamo questi, siamo tosti, non siamo facili per nessun avversario”. Toccherà uscire indenni da questo trittico senza Smalling (“Mi ha rovinato la stagione”), senza SanchesAouar, Ndicka, Abraham e Kumbulla (ieri indurimento degli adduttori) più Mancini e Paredes che giocheranno benché alle prese rispettivamente con la pubalgia e un piede gonfio.