La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Al momento del rigore non ha neanche voluto vedere, era rannicchiato su se stesso in panchina, per poi esplodere di gioia sul boato della Curva Sud. Perché poi, per quanto ha corso e gesticolato, Mourinho è come se avesse giocato anche lui. “Sono stanco, è vero – dice alla fine -. Non penso che in Italia ci sia una squadra che abbia mai vinto giocando senza neanche un difensore centrale. Noi ci siamo riusciti, diamo sempre il massimo, siamo uniti. E meritiamo rispetto“.

E Mou le ha provate davvero tutte per riprendere la partita e guadagnarsi il derby con la Lazio. “Come ci arriveremo non lo so, prima c’è l’Atalanta – dice –. Abbiamo rischiato tutto, ad un certo punto giocavamo con due blocchi, sulle palle perse difendevamo in sei. Vittoria meritata, contro una squadra non di B. E se con l’Atalanta servirà Lukaku difensore centrale lo faremo. Di certo se iniziamo come abbiamo finito con la Cremonese, dopo 20 minuti la partita è finita. Andiamo avanti con cuore, anima e rispetto. Quello che meritano questi tifosi. Il successo è anche merito loro. Sono sempre con noi. Ho vinto tanto in molte città, ma non ho mai avuto il livello di rispetto e tenerezza che ho qui da parte loro. E mi emoziono”. 

Poi Mou parla del suo futuro e del rapporto con i Friedkin. “Mi fido dell’onestà reciproca e non credo che stiano parlando con altri allenatori alle mie spalle. Giovedì inizia il mio documentario su Netflix, lì si capirà quanto sono pazzo: non avevo ancora firmato con la Roma ma avevo dato la parola quando mi ha cercato un grande club (il Real Madrid, ndr ) e in tanti mi hanno dato dello stupido. E quando ho avuto le offerte da Portogallo e Arabia la prima persona a saperlo è stato Friedkin“.