Il Messaggero (A. Angeloni) – José Mourinho ci prova, così come ha fatto a Milano. Sperando in un risultato diverso, ovvio. Roma–Juve, del resto, è l’ultimo bivio per un posto in Champions. Più per lui che non per Allegri. Se da una parte, lo Special accoglie il nuovo acquisto, Maitland–Niles, e respira un po’, dall’altra deve fare i conti con le assenze e le criticità varie da Covid, ogni giorno ne spunta una: dalle squalifiche di Mancini e Karsdorp ai problemi dell’ultima ora che hanno colpito Zaniolo, che non sta bene e ieri non si è allenato.
Oggi non gioca e per lui saltare la Juve è un problema. Sente molto la sfida ai bianconeri, contro di loro, nel 2019, all’Olimpico è cominciato il calvario con la prima rottura del legamento crociato.
Di sicuro, José si aspettava di sfidare il suo nemico Max in tutt’altre condizioni. Ma è preparato: squalifiche e defezioni in tempo di Covid sono normali e vanno accettate (almeno Mayoral si è negativizzato e andrà in panchina). Allegri spera di recuperare Dybala (non ha Bonucci, ma Chiellini) e ha pronto Kean, Mourinho punta forte su Abraham, che all’andata è stato a suo modo protagonista, con quel gol (valido) annullato da Orsato per concedere un rigore, poi sbagliato da Veretout.
Tammy al fianco avrà uno tra Shomurodov e Felix. L’altro dubbio è in mezzo, tra Micki e Veretout: con Maitlannd-Niles, lo Special può optare anche per la difesa a quattro. Non fare punti con la Juve significherebbe salutare ogni speranza per il quarto posto, questa è la realtà. Il progetto Roma-Mou andrebbe comunque avanti, senza drammi, però con un grosso intoppo e senza i soldi della Champions. Lo stesso, più o meno vale per la Juve, resuscitata, almeno in parte, proprio dopo la gara di andata contro la Roma.