Il Tempo (E. Zotti) – Una maledizione lunga quattordici anni, ma per sfatarla la Roma ha l’uomo giusto in panchina. Per cercare di vincere la principale sfida che lo ha convinto a sposare il progetto dei Friedkin lo Special One è chiamato a spezzare il “sortilegio” della Coppa Italia.
Dopo averne vinte nove e averla alzata per l’ultima volta nel maggio 2008, la coppa nazionale si è trasformata in un tabù per i giallorossi e in più di un’occasione è diventata il palcoscenico di alcune delle partite più nefaste dell’ultimo decennio. Oltre alle due finali perse all’Olimpico con Inter e Lazio, la doppia eliminazione agli ottavi con lo Spezia o quella con il Torino sono solo alcuni esempi del rendimento della Roma in Coppa Italia.
Nel gennaio 2019 la squadra di Di Francesco tornò da Firenze dopo aver incassato 7 gol dalla Viola ai quarti, due anni prima invece il sogno di Spalletti di riportare un trofeo a Trigoria si interruppe nella doppia semifinale con la Lazio di Inzaghi. Sul libro ero ci sono anche le due eliminazioni contro la Juventus – entrambe ai quarti – targate 2012 e 2020.
Un trend negativo che Mourinho proverà ad invertire. Per riuscirsi però è necessario superare il “complesso” dei big match: in caso di pareggio del turno nell’ottavo in programma domani sera con il Lecce infatti Pellegrini e compagni potrebbero dover battere prima l’Inter e poi una tra Milan e Lazio.