Mou-Sheva, nemici con garbo

Corriere dello Sport (R. Maida) – Nel giorno della presentazione da allenatore del Genoa, Andriy Shevchenko ha reso omaggio a José Mourinho: “Lo rispetto molto, sarà stimolante confrontarsi con un grande, il suo arrivo migliora tantissimo il calcio italiano“.

Nell’autobiografia di Shevchenko, Mourinho afferma: “Grandissimo giocatore. L’ho voluto al Chelsea e ho incontrato un gentiluomo (…). È stato un piacere lavorare con uno dei più grandi“. Scambio di convenevoli tra campionissimi.

Eppure i due, che si incroceranno per la prima volta da avversari in panchina domenica in GenoaRoma, hanno litigato di brutto ai tempi della convivenza in Premier League. Più volte. Anzi: la stampa inglese all’epoca scrisse che la rottura con Sheva, amico personale del patron Abramovich, era stata determinante nel decidere il destino di Mourinho, esonero dal Chelsea nel settembre del 2007 dopo un 1-1 a Stamford Bridge contro il Rosenborg. Gol segnato, guarda caso, da Shevchenko.

Pochi giorni prima i due si erano confrontati duramente nello spogliatoio, ascoltati da diversi testimoni. E non era uno scontro inedito. L’assenza di feeling era parsa evidente già nel maggio precedente quando Mourinho disse a Shevchenko che non lo avrebbe schierato titolare nella semifinale di Champions contro il Liverpool.

A quel punto, dopo un alterco abbastanza forte, il Chelsea raccontò che per un problema muscolare Shevchenko non sarebbe stato convocato. Una scelta che Abrahamovich non condivise: del resto aveva speso 50 milioni di euro per acquistarlo dal Milan e si sarebbe aspettato di vederlo sempre protagonista. La storia dimostrò che Mourinho non avesse tutti i torti. Perché Shevchenko, condizionato dagli infortuni avrebbe chiuso il biennio al Chelsea con soli 9 gol. 

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