La Repubblica (M. Juric) – La Roma perde il quarto derby dell’era Mourinho e viene eliminata dalla Coppa Italia. Ma le parole del suo allenatore al fischio finale sono sul VAR e sulla generosità dei rigori moderni. Impossibile per il portoghese spiegare l’ennesima sconfitta stagionale arrivata dopo 100 minuti di non calcio. Possibile invece nascondersi dietro i soliti alibi: “Abbiamo grandi difficoltà e lottiamo per superarle, ma oggi perdiamo per un rigore del calcio moderno, che l’arbitro non vede da tre metri. Vent’anni fa nessuno si sarebbe buttato in quel modo per cercare il rigore”. Giustificazioni, tante. Colpe, altrettante.

Stecca anche Dybala, uscito per infortunio al 45′. Quarta stracittadina da comprimario e da giocatore camminante. Su di lui e Lukaku erano aggrappate le speranze romaniste, prontamente smentite da una partita non giocata. Ma l’errore più grande è sulle spalle del più piccolo in campo, Huijsen, il quale ha commesso il fallo da rigore. Mourinho lo solleva però da ogni responsabilità: “Bambino top, come giocatore e persona. Che merita questa opportunità”. Lui sì, probabilmente i tifosi della Roma no. Alla fine tra giustificazioni, proteste e risse la Lazio vola in semifinale e Roma che per il quinto anno consecutivo esce ai quarti.