Il Messaggero (S. Carina) – Da Roma a Costantinopoli il passo è stato breve. Eppure per molti è come se avesse perso il tocco magico. Parlando di Mourinho, il tocco special. Da number one indiscusso in Europa e nel mondo, Mourinho riparte dalla Turchia, dal Fenerbahce. Non in Premier, Liga o Serie A ma nella Super Lig dove gli avversari non sono il Manchester United, il City, l’Arsenal o il Liverpool, ma nemmeno Barcellona, Atletico Madrid, Siviglia, Inter, Milan o Juventus.
Non sono (solo) i soldi ad averlo convinto. Probabilmente a prevalere è stata quella sensazione che lo attanaglia, come un cappio alla gola, che spiegò off the record in Algarve in uno dei pochi momenti della sua esperienza romana nei quali non è stato marcato a uomo dall’ex ds Pinto, dai bodyguard o dagli uomini della comunicazione giallorossa: “Io senza allenare non so stare. È come se mi mancasse l’aria. Ne ho bisogno, è un’esigenza quotidiana. Per questo non mi vedo selezionatore di una nazionale. Ok, li vedo tre volte l’anno e gli altri giorni cosa faccio?”.
Questa, parola più, parola meno, la confessione di José ai tre cronisti italiani presenti all’epoca. Si spiega così il sì al Fenerbahce. Allenare è la sua vita. Inghilterra, Italia o Turchia, oggi a 61 anni, non fa (più) differenza.