Il Messaggero (A.Angeloni) – Il suo derby, si sa, è con la Juve; ma per un vecchio interista, il Milan è sempre il Milan. Gli anni all’Inter lo hanno segnato, quel triplete resterà eterno e ancora oggi, lo Special, lo ricorda esibendo le tre dita a tutti i nemici. Sapere che quello di domani è il Milan di Ibrahimovic gli procura un piccolo prurito in più. Perché lo svedese è stato ed è suo amico. Amico di campo, una colonna a cui si è spesso appoggiato. Dai tempi dell’Inter fino al periodo d’oro, l’ultimo, allo United. Lo svedese era la sponda per attaccare Guardiola: basti ricordare il siparietto a bordocampo durante la mitica semifinale al Camp Nou: Pep parla con Zlatan, disturbato dal diavoletto Josè. Entrambi a loro modo, sono due special, che si accenderanno domani sera all’Olimpico.
Mou e Ibra sempre in simbiosi, tranne in quell’estate del 2009 quando, sul più bello, Ibra lo ha tradito con Guardiola, scegliendo il Barcellona dei giganti. Estate 2009, la comunicazione arriva dopo una amichevole dell’Inter a Pasadena. Quello l’unico momento di frizione dettato dal tradimento del figlioccio. Poi Mou ha perso il migliore e con Eto’o (“Mourinho è l’unico capace di far diventare la Roma campione d’Italia”, la stima di Samuel è ancora attuale) ha vinto. Ma Mourinho lo considera “il giocatore più incredibile degli ultimi vent’anni, anche a quaranta è fantastico”.
I due in fondo sono uguali, fanno parte di quelli che parlano in terza persona, quelli che si sono considerati sempre i migliori. Uno contro l’altro, domani. Ibra è riuscito a far volare il Milan, Mou sta aprendo le strade ad una nuova Roma.