Il Messaggero (A. Angeloni) – In fondo, José Mourinho e Walter Mazzarri hanno qualcosa in comune: l’Inter, ad esempio. Allenata da entrambi in due fasi completamente diverse. I risultati, scontato, sono andati dalla parte di Mou, che a Milano ha ancora estimatori; il suo collega molti, molti meno. Un altro tratto in comune, la dialettica. Entrambi si trovano bene davanti alle telecamere, sanno usare le parole giuste nei momenti giusti e in panchina sono due istrioni, ogni gesto, ogni movimento, è scientifico, contro avversari, arbitri o contro i loro stessi calciatori.

Anche oggi hanno qualcosa in comune: sono due tecnici in scadenza. Appesi alle volontà delle rispettive proprietà: sia i Friedkin sia De Laurentiis non sanno (o forse lo sanno benissimo) se confermarli o meno. Il piazzamento Champions può essere la salvezza. Domani è l’occasione per entrambi di rialzare la testa e riprendere il cammino verso il complicatissimo quarto posto, che ora si avvicina e ora si allontana. E il rapporto tra i due allenatori? Ora può definirsi cordiale, dopo un passato di battutine scambiate nei vari tratti della carriera. I due si sono affrontati nove volte, cinque ha vinto Mourinho e due volte ha avuto la meglio Walterone.