Corriere dello Sport (G. Marota) – La Roma crede in Smalling e Smalling crede nella Roma. Il feeling nato due anni fa è ancora forte, nonostante i tanti problemi fisici che hanno condizionato il rendimento dell’inglese da quanto è stato acquistato a titolo definitivo dai giallorossi.
La permanenza di Chris, al termine di una trattativa estenuante con lo United, è stata il vero successo del mercato estivo 2020 e la voglia di proteggere questo investimento – 15 milioni con un contratto fino al 2023 da tre milioni a stagione – è tra le ragioni che ha spinto il club a non ritoccare il reparto dei centrali difensivi.
Si dirà che questa, per Chris, è la stagione del riscatto. E la verità non è poi troppo lontana. Perché spendere così tanto per un over 30 non fa più parte delle strategie di un che, con i Friedkin, mette mano al portafogli se vede una reale possibilità di crescita, come insegnano le storie di Shomurodov e Abraham.
Il 31enne aveva approcciato il ritiro agli ordini di Mourinho con lo spirito giusto, aveva risolto i guai fisici e si era imposto come leader della difesa, terminando l’amichevole con la Triestina dello scorso 21 luglio addirittura con la fascia di capitano al braccio.
A due giorni dall’esordio con il Trabzonspor, però, Smalling ha alzato di nuovo bandiera bianca a causa di una lesione al flessore della coscia sinistra. È il sesto stop da ottobre 2020. “Credo sarà già disponibile per Roma-Sassuolo – ha dichiarato ieri il gm Pinto, spiegando le strategie di mercato in conferenza stampa – Credo che lui abbiamo fatto un precampionato. Poi ha avuto quell’infortunio, ma niente di grave”.
Insomma, questa è la speranza giallorossa, rafforzata dal fatto che Smalling sta continuando il lavoro personalizzato sui campi di Trigoria e migliora di giorno in giorno.