La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – È una squadra che non muore mai. Ma è anche una squadra che segna poco, ottavo attacco della Serie A, con la sua peggiore striscia dal 2014/15 ad oggi. Insomma, la Roma di Mourinho balla tra pregi e difetti, all’inizio di una settimana che può essere molto importante per il suo presente ma anche per il suo futuro, tra la sfida di ritorno con il Vitesse in Conference League (giovedì prossimo) e il derby con la Lazio di domenica pomeriggio.
Il pregio, appunto, è che la Roma non si arrende mai, riuscendo spesso nel finale a trovare gol e punti come nessun altro in A. Il difetto, invece, è proprio quello lì: se non segna Tammy Abraham c’è poco altro da dove attingere…
[inline]
Anche a Udine Mourinho è riuscito a sistemare le cose in pieno recupero, con il rigore del pareggio realizzato da Lorenzo Pellegrini al 94’. Ininfluenti, invece, gli altri due gol segnati oltre il 90°, il secondo di Felix nella vittoria per 2-0 in casa del Genoa e quello ancora di El Shaarawy nella sconfitta casalinga per 2-1 con il Milan. Ma se il fatto di non arrendersi mai è il pregio della Roma di Mourinho, il difetto sta invece nel fatto di segnare poco.
O, almeno, poco per una squadra che fino a domenica pomeriggio sperava ancora di poter lottare fino in fondo per la Champions League. Finora la Roma in campionato ha segnato in tutto 47 gol in 29 partite, alla media di 1,62 a partita. I giallorossi sono l’ottavo attacco del campionato, ma soprattutto non segnavano così poco dal 2014/15, quando la squadra di Rudi Garcia-ovviamente alla stessa giornata di campionato–aveva messo a segno appena 40 gol.