Mou, batti un colpo: il digiuno è Special, ma ora la Roma va a caccia di rinforzi

La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – José Mourinho un pragmatico? Quasi per nulla in confronto a Charles Sanders Peirce, scienziato e filosofo del XIX secolo, che amava dire: “Tutto ciò che l’esperienza si degna di insegnarci, ce lo insegna attraverso la sorpresa“.

Sarà per questo, forse, che siamo tutti vittime di stupore quando, scorrendo la carriera dello Special One, notiamo i 1637 giorni passati dal suo ultimo trionfo. Era il 24 maggio 2017 infatti quando, in compagnia di un paio di volti come Chris Smalling ed Henrikh Mkhitaryan, alzava al cielo il trofeo dell’Europa League alla guida del Manchester United.

Da quel giorno a Stoccolma sono passati quasi quattro anni e mezzo – circa 54 mesi – in cui l’allenatore portoghese non ha vinto più nulla. Per molti, sarebbe un lasso di tempo ragionevole da sostenere, ma per uno che in carriera, a partire dalla stagione 2002-203, ha vinto 25 trofei, sembra un vuoto enorme, quasi incomprensibile, se si pensa che più a lungo di due annate Mourinho non è mai stato senza vincere.  

Per questo, tornato da Londra, il tecnico ha scaricato la sua voglia di dare una svolta alla stagione della Roma in un post che fa capire lo stato d’animo che lo accompagna. “Lavorare duramente e costruire il futuro della Roma“. Per farlo, il portoghese ha fatto capire chiaramente che ha bisogno che sia fatto mercato. Nei corridoi di Trigoria si sussurra che la lista dei desideri dello Special One è di quelle assai impegnative dal punto di vista economico, anche perché il club giallorosso è zavorrato da 184 milioni di perdite e 418 milioni di debiti.

Occorrerebbe vendere, ma i primi in uscita – Villar e Diawara – sembra difficile cederli a gennaio se non in prestito, mentre Mayoral – altro con la valigia in mano – è di proprietà del Real Madrid e sarà sostituito da un giovane attaccante che non accampi pretese.

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