Motta prova la sorpresa con lo spirito affine Mou. E punta sulla riscossa dell’anima lontana Nzola

Il Secolo XIX (A. Napoletano) – Robert Beasley, che ha raccontato José Mourinho in una splendida biografia, li ha definiti spiriti affini. Uomini animati dalla stessa intensità e passione. Che siano Zanetti o Materazzi, Julio Cesar o Motta, confrontati con lui, Mou. Quanto ci sia di affine tra Thiago e lo Special One si era notato anche nell’androne dello stadio Olimpico, quando era abbondantemente finita la gara di andata tra giallorossi e aquilotti, e si erano consumate tutte le interviste. I due erano rimasti insieme a parlare, isolati, scambiandosi abbracci, pacche sulle spalle, segni di comprensione.

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Thiago oggi, sul verde del Picco, non lo avrà a breve distanza, perché Mourinho è squalificato e sarà in uno Sky box. Al suo posto in panchina Salvatore Foti, ex doriano, suo secondo e soldatino di turno. Forse perché non l’ha a stretto gomito, Thiago cerca di sorprendere il suo mentore all’Inter, tanto da spolverare il 4-3-3, il disegno tattico che gli aveva permesso di vincere a San Siro contro il Milan come al Ferraris sul Genoa. Lo fa un po per obbligo, perÚ, vista la squalifica di Ray Manaj, e lobbligato reinserimento, anche per effetto psicologico, di Mbala Nzola.

Uno che non segna in casa da 303 giorni (doppietta al Torino il 15 maggio 2021), che in campionato ha messo in rete solo nellandata una doppietta inutile a Bergamo (novembre), uno che non gioca titolare dal 19 dicembre (match interno contro lEmpoli). Uno che, a dirla tutta, non è mai entrato proprio in sintonia con Thiago: no, lui non è l’anima affine all’italo-brasiliano. PerÚ sfruttare il suo gioco nel tridente, rimettere in carreggiata Bastoni e dosare Maggiore possono essere le carte giuste di un cacciatore di grandi teste come Motta, che in stagione ha già sorpreso Torino, Milan, Napoli tra le grandi.

 

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