Il Messaggero (S. Carina) – Costa tanto. Non solo per la Roma, anche per l’Inter. Che rispetto ai giallorossi da ieri è però passata in pole, pronta ad offrire qualcosa in più a livello contrattuale (la proposta di Pinto è 4,5+1 di bonus, quella nerazzurra 5,5+benefits ma non basta: parti si rivedranno oggi) pur non intendendo pagare i 21 milioni chiesti dall’Atletico Madrid.
Il sorpasso però c’è stato. Perché adesso toccherà agli agenti far valere quella promessa fatta al calciatore, nel momento del prolungamento sino al 2026 (che rimane ancora nel cassetto), di abbassare la quotazione intorno ai 15. E guarda caso 15 milioni è la cifra messa sul piatto dall’Inter, pur diluendola in tre annualità.
A Trigoria per ora sono in una posizione di attesa. Morata aveva aperto alla Roma, allettato dalla possibilità di tornare in Italia, ritrovare l’amico Dybala (padrino della figlia Bella) ed essere allenato da un’icona come Mourinho. Ma la prospettiva dell’Inter, giocare a Milano (ad un’ora da Torino, città della moglie), disputare la Champions e guadagnare di più, inevitabilmente sta facendo la differenza. Servirebbe un rilancio, un colpo di scena che i Friedkin, stretti nella morsa del Fpp, non sembrano poter fare.
Uno scenario che riapre inevitabilmente piste mai chiuse. In primis Scamacca, in gol nell’amichevole del West Ham contro il Tottenham. L’azzurro ha aperto da tempo ad un ritorno, ha un accordo di massima con la Roma ma il club inglese di cederlo in prestito non ci pensa minimamente. Anche perché non ha bisogno di liquidità (ha incassato da poco 106 milioni per Rice) e il centravanti gli è costato soltanto un anno fa la bellezza di 36 milioni più 6 di bonus.