Monza-Roma 1-1, le pagelle: Solbakken a muro, marmo Bove. Cristante equilibrio, Celik immaturo. Rui Super

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Nella teoria era la partita più abbordabile. Nella pratica è dove si affievolisce l’ambizione del quarto posto, tutto sommato ancora possibile. Soprattutto per il regalo giunto da Milano: la Cremonese ha fermato – sempre 1 a 1 –  il Milan, consegnando nelle mani della Roma una proposta di avanzamento in classifica. Messa nell’archivio delle occasioni sprecate. A Monza, nella prima sfida in A contro i brianzoli, non si va oltre al pareggio.

Speculando sui problemi con i piedi di Di Gregorio – target della Roma – i giallorossi capitalizzano la supremazia mostrata. Abraham, di nuovo a secco in trasferta, disturba l’azione del portiere di casa: la palla esce dal suo possesso, prende la direzione di El Shaarawy. Il Faraone, fermatosi per problemi muscolari, becca la muraglia biancorossa immediatamente schieratasi, poi al secondo tiro arriva il gol.

Come quello del Monza. Anche la formazione di Palladino aveva approfittato dell’errore della Roma – passaggio leggero di Celik a Mancini ad inizio partita – per spaventare Mourinho. La doccia gelata si apre a cinque dal riposo. Punizione dalla trequarti, la difesa giallorossa – aiutata dalla presenza di Cristante – è schierata. Evidentemente non bene, perché Caldirola colpisce al volo indisturbato dietro Abraham.

Nel secondo tempo gli alti ritmi calano di colpo. Di occasioni non ce ne sono. Non le generano neppure i tanti cambi effettuati da Mou. Solbakken è il peggiore in campo. Non ingrana, facendo sbattere su sé o sugli avversarsi qualsiasi abbozzo di giocata. Abraham non segna, ma fa segnare. In difesa Celik spaventa all’inizio per poi riordinarsi e disfarsi nel finale. Non si scompongono Mancini ed Ibanez, bravo a non cadere nell’aggressività vista la diffida pendente. Prova di maturità per Bove. Sabato altro scontro diretto: all’Olimpico (ore 18) arriverà l’Inter, corsara col tennistico 0-6 a Verona.

LE PAGELLE

Rui Patricio 7 –  Non fa in tempo a posizionarsi in porta, che dopo una manciata di secondi deve chiuderne il primo palo da Mota. Fulmineo l’interno sinistro di Caldirola. Comincia la ripresa, c’è da sbarrare la strada questa volta sul secondo palo: bravura, e fortuna, portano in angolo la rasoiata di Augusto. E gli dice di no anche nel recupero. 

Celik 5 – Sulla carta: sempre a destra, ma più arretrato. In campo: sì dietro, comunque in avanti. Indietro manda il primo pallone che tocca. Male. Vorrebbe appoggiare per Mancini, invita però alla discesa Mota. Esauriti i bonus degli errori, si ricompone. Poi si perde nel finale col doppio giallo. Ingenuo, sul primo soprattutto perché in quello decisivo sembra più scivolare. 

Mancini 6,5 – Macchinoso se prova ad impostare, battagliero quando esce – su Caprari soprattutto – e tempestivo nel fermare Colpani al casello dell’area. Fondamentale nel mantenere l’equilibrio.

Ibanez 6,5 – Messo in riga dalla diffida, la tiene rigida, retta e lineare. Non sbaglia un intervento, in area come a centrocampo. In quella avversaria, al quarto d’ora, carica il tap-in di destro, ma anziché affondare il colpo lo ritira vedendo Solbakken dietro. Ci prova nel finale, Di Gregorio si allunga bene.

Zalewski 6 – Tra chi scalda i guanti di Di Gregorio ed alimenta idee giallorosse, si comporta correttamente in fase difensiva: chiude in scivolata anche a centrocampo, lascia passare un paio di cross. (Dal 61’ Spinazzola 5 – La prima azione in cui entra è un delizioso assist rasoterra per El Shaarawy. Si ferma lì).

Cristante 6,5 – Ci si domandava se sarebbe andato a dare man forte dietro. Ogni dubbio viene fugato all’inizio: sì, lo fa. E, in maniera tutt’altro che pulita, fa comunque quello che il difensore centrale deve fare: coprire.

Bove 6,5 – In sordina con errori di posizionamento e tecnici, non appena i ritmi sono più intensi sa cosa fare. Ingaggia e vince duelli in ogni zona del campo. (Dall’84’ Tahirovic sv).

El Shaarawy 7 – Largo a sinistra, intravede e ricerca soluzioni tra le linee. Andando in avanti raccoglie il pallone rubato da Tammy e, al secondo tentativo, lo mette in porta. Si accascia dopo poco più di un’ora di gioco. (Dal 68’ Volpato 5,5 – Incespica sul tappeto stesogli da Tammy, nel finale perde un pallone interessante. Ha dalla sua la motivazione dello scarso utilizzo).

Pellegrini 6 – Furbescamente ruba palloni, intelligentemente armonizza il gioco. Dissolve tutto nella ripresa: nervosamente ed in ritardo lascia Rovella a terra, Chiffi gli fa vedere il giallo. Taglienti i piazzati.

Solbakken 5 – Nel babele in cui versa la Roma, ottiene giocoforza fiducia. La stessa comincia a venire meno già dai primi minuti: muove troppo il foglio quando c’è da scrivere l’ultima riga, sia essa un passaggio o un tiro, ciccato per questione di secondi. Confuso e scarico, nell’azione solitaria di fine primo sbatte contro gli avversari e se stesso. (Dal 61’ Camara 6 – Brioso).

Abraham 6,5 – Ha il promemoria di trovare il gol in trasferta dopo essere andato a segno due volte di fila in campionato all’Olimpico. Si premura però più che gli altri trovino gioia: strappa a destra e cerca Solbakken, poi muove avanti la pedina. Capite le enormi difficoltà di Di Gregorio nel gioco con i piedi, si avventa causando l’errato passaggio che ElSha manda in rete. Non di sua responsabilità, ma Caldirola colpisce dietro di lui, fattosi scavalcare come già successo a Bergamo.

Mourinho 6 – Autolesionismo. La Roma gioca, gestisce per gran lunga del tempo la gara. Gli sfugge di mano dopo il vantaggio, di nuovo. In una situazione di palla inattiva – se ne viene anche periti – dalla trequarti e a difesa schierata, Caldirola trova un pertugio dietro a Abraham. Tra chi non risponde presente, Solbakken, c’è la fiducia per Bove.

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