L’anello di raccordo tra Roma e Juventus c’è e risiede in Giampaolo Montali, che è stato dirigente di entrambi i club in due fasi molto delicate della loro storia. Ai bianconeri subito dopo la retrocessione dovuta a Calciopoli, ai giallorossi durante il passaggio di proprietà dalla famiglia Sensi agli americani. L’idea però resta sempre la stessa: «Bisogna fare squadra per vincere e io ho sempre avuto questa filosofia». Il dirigente ha rilasciato alcune dichiarazioni sulle pagine del Corriere dello Sport, soffermandosi sulle due avventure: «Sono rimasto quasi quattro anni alla Juve e due alla Roma. In giallorosso mi sarebbe piaciuto restare di più, ma è andata così. Quando sono arrivati Sabatini e Baldissoni la banca voleva che restassi, ma non potevo perché la mia natura è governare e non potevo più farlo in prima persona. Sono rimasto molto legato alla Roma e alla Curva Sud. La Roma ha scelto i dirigenti in base alle competenze, c’è stata una crescita dell’organizzazione. Gandini è stato un grandissimo acquisto, un uomo che non si vede tanto ma ha esperienza da grande club e mentalità vincente. Di Francesco? Non si fa influenzare, è un allenatore di personalità. Mi piace, anche se non ha ancora vinto si sta costruendo la sua strada. Ha competenza, cuore, passione».