Monchi, direttore sportivo della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Sky Sport. Queste le parole del dirigente spagnolo:
Passi San Vaentino con noi, sei innamorato della Roma…
Sono innamorato di questa società dal momento in cui sono arrivato. Ho capito subito quanto i tifosi tengono a questa società.
Sulla panchina del PSG c’è Emery…
Si, ho visto la partita. C’erano in campo anche Dani Alves e Ramos. E’ stata una bella partita con un risultato insperato. Il PSG ha giocato meglio ma ha vinto il Real segnando all’ultimo.
C’era anche Marcelo, vicino al Siviglia…
Dal Brasile ha fatto scalo a Madrid per venire a Siviglia, ma loro lo hanno preso.
Salah è andato in gol anche stasera. C’è rammarico?
Alla fine possiamo arrivare a 50 milioni con i bonus, ma in quel momento avevamo bisogno di vendere e quella era un’opzione importante. Poi i casi di Neymar e Mbappe hanno fatto saltare il mercato, ma in quel momento era necessario vendere. Anche oggi io penso che il prezzo poteva essere migliore, ma ci ha dato la possibilità di fare altre operazioni.
Tra l’altro quando lei è arrivato c’era già un’offerta del Liverpool per Salah…
Era 32+3. Oggi nel calcio i giocatori vanno dove vogliono.
Cosa pensa di Di Marzio quando lo vede in tv?
Cerco di capire la sua fonte (ride, ndr).
Serve dare un’impronta alla Roma…
Sono d’accordo. I numeri sono importanti perché siamo un’azienda, ma per i tifosi servono i trofeiz. In quegli anni a Siviglia quello che conta sono i trofei, e questo per ora mi manca a Roma. Io capisco perfettamente i tifosi, loro non vogliono parlare di numeri, vogliono vincere, questo è il mio lavoro. Dobbiamo costruire una società non per vincere, ma per farlo in forma continuativa. I tifosi non vogliono le promesse, vogliono i risultati. Li capisco, ma chiedo un po’ di fiducia. Credo che ora ho conosciuto il calcio in Italia e a Roma, cosa che prima non avevo.
Quanto tempo servirà a lei per entrare nel cuore dei tifosi della Roma come da quelli del Siviglia?
Il mio obiettivo l’ho detto la prima volta che ho parlato qui a Roma, cioè fare quello che i tifosi vogliono. C’è bisogno di tempo. “Il movimento si dimostra andando”. Mi metto nella testa dei tifosi e li capisco, e noi dobbiamo stare più zitti e lavorare di più per trovare la strada giusta per arrivare a ciò che loro vogliono.
Affronterete lo Shakthar. Cosa rappresenta per voi la Champions?
Tanto. E’ la miglior competizione del mondo, e per noi diventa un’occasione per fare cose importanti, per noi e per i nostri tifosi. Io non sono mai arrivato ai quarti, sarebbe bellissimo arrivarci.
Che consiglio dà alle società italiane sull’Europa League? Lei l’ha vinta tante volte con il Siviglia…
Fondamentale per la crescita. Lo scorso anno l’ha vinta lo United e i suoi giocatori hanno festeggiato come un Mondiale. Io non penso che i giocatori del Napoli la snobbino. Dà enormi possibilità, come giocare la Supercoppa. Sarri ha detto che sono un po’ in difficoltà al momento perché sono 15, ma sono convinto si auspichino tutti di andare avanti.
Ounas giocherà domani. E’ stato vicino alla Roma?
Si, è vero. Il Napoli però ha parlato prima con lui e ha scelto il Napoli.
E forse con Under è andata meglio…
(ride, ndr) Credo che anche Ounas sia un bel giocatore. Non sappiamo come sarebbe andata se fosse venuto qui.
Trattativa Dzeko-Chelsea: non avete mai avuto l’accordo totale…
Noi abbiamo cominciato a parlare con loro per Emerson, poi hanno parlato di Edin. Gli abbiamo detto di fare un’offerta, noi abbiamo ascoltato e gli abbiamo fatto una richiesta. Loro non credo abbiano trovato mai un accordo con Dzeko. Noi volevamo vendere Emerson, non eravamo convinti di vendere invece Dzeko. Non hanno mai raggiunto la cifra che noi abbiamo richiesto.
Ma perché volevate venderlo?
Nessun club è contento di vendere, ma si vede poi l’aspetto sportivo e economico. Se fosse partito sarebbe arrivato qualcun altro, sarebbe arrivato qualcuno di importante. Se vendo un giocatore ne compro un altro, non diciamo il contrario altrimenti i tifosi si arrabbiano.
L’idea era forse quella di valorizzare Schick?
Avremmo preso sicuramente un sostituto se lui fosse partito, ma è vero che la fiducia che abbiamo in Schick e Defrel è tanta, per questo eravamo tranquilli. Ma è sicuro che se Edin fosse partito avremmo preso un attaccante. Giroud era una possibilità, Batshuayi anche.
Alcuni rimproverano che Schick e Defrel siano stati pagati troppo…
Le cifre che si sanno non sono quelle. Fino ad oggi abbiamo speso 5 milioni per Schick e 6 per Defrel. Schick lo paghiamo in 5 anni e non sappiamo ancora quanto sarà. Non sono 42 milioni, non è così. In questo anno noi spenderemo 6 milioni per Schick, è un’operazione comoda per noi. Credo che Patrik diventerà fortissimo per la Roma. Il suo ruolo è l’attaccante, ma può fare anche l’esterno: un buon giocatore gioca bene ovunque.
Totti nell’intervista parla di budget. Un direttore sportivo deve avere a che fare con un budget preciso sempre?
Credo di sì. Un ds gestisce il 75-80% dell’incasso della società, per questo deve stare sempre attento ai numeri. Un ds deve avere un occhio sempre a WyScout e uno a Excel. Sono cose che vanno di pari passo, abbiamo la necessità di farlo.
Avrebbe venduto Totti per 200 milioni?
(ride, ndr) Non lo so. Forse è poco. Oggi sarebbe al livello di Messi, Kane, Neymar, Cristiano Ronaldo. Lui ha tutto.
Rinnovo a vita per Florenzi?
Magari rimanesse a vita. Lui è romanista, sono convinto che rimarrà qui per tanti anni.
L’alimentazione?
L’alimentazione è fondamentale. Noi la curiamo moltissimo, il nostro nutrizionista è un professionista che lavora fianco a fianco con i dottori.
Molti giocatori che hanno militato al Siviglia sono stati importanti in Italia. Come si è costituito questo asse?
Lo scorso anno abbiamo preso Vazquez e Correa, mentre quest’anno hanno preso Muriel e Montella. Stanno facendo bene, anche Montella sta andando bene. E’arrivato in finale di Coppa del Re e sta lottando per la Champions. Mi sembra una bella connessione.
A che ora arriva qui nella palestra di Trigoria?
Presto, alle 7.30.
Quanto dorme?
Poco (ride, ndr). Perché la mattina ho bisogno di fare esercizio fisico, e quella è l’unica ora in cui nessuno mi chiama.
Lei non è altissimo, quali erano le sue caratteristiche da portiere?
Era un’altra epoca. In Spagna i portieri non erano così alti. Ero agile, buono nell’1 vs 1, ma mi mancavano altre cose.
Pallotta?
Non credo che Pallotta mi avrebbe preso come portiere (ride, ndr). C’è un rapporto bellissimo. Alcune volte ho sentito che manca la sua presenza, mentre io gli dico di essere meno presente. Dobbiamo essere più giusti con lui. Io parlo tutti i giorni con lui, lui è molto vicino alla squadra e alla società e ne è costantemente preoccupato. La Roma che ha in testa Pallotta è una Roma campione, una Roma che vince. E penso che alla fine lo farà.
Monchi lei ha cantato al Carnevale di Cadiz, la sua città…
E’ un Carnevale diverso, e nel 2010 ho fatto il concorso di canto. Arrivai nono. Ma i partecipanti erano otto (ride, ndr). Scherzo, erano 180 i partecipanti.