Il Tempo (T.Carmellini) – Un fulmine squarcia il cielo terso della Capitale. Dzeko non è più un calciatore della Roma. Dice: manca l’ok del giocatore ma l’accordo tra le due società c’è. Nel senso che solo se Dzeko decidesse di puntare i piedi (perché mai dovrebbe non si capisce) potrebbe continuare a giocare con la maglia giallorossa in questo campionato ormai pesantemente compromesso. Ora, per capire quale sia la reazione dei tifosi romanisti non ci vuole molto: anche senza andare a sfrugugliare i siti web che animano l’umus romanista. E non per Dzeko in sé che era e resta, almeno per quanto ci riguarda, un fenomeno (lo abbiamo difeso contro tutto e tutti anche quando non la strusciava mai), ma piuttosto per la Roma stessa che dopo aver perso la scorsa estate la spinta offensiva e gli strappi di Salah, si priva adesso di un altro giocatore fondamentale. Probabilmente il più forte che ha al momento e nel reparto più in difficoltà: come se la carenza di gol non fosse un problema di questa Roma. Perché Dzeko, a prescindere dai gol realizzati con la maglia giallorossa, è uno abituato a fare reparto da solo in un campionato duro per gli attaccanti come quello italiano. Farà festa chi per quasi tre anni lo aveva definito una pippa: anche quando ha segnato quaranta gol in una stagione.
Così il nuovo ds giallorosso Monchi lascia tutto nelle mani del giovane Schick: un altro potenziale fenomeno che però un campionato intero non lo ancora mai giocato. È la conferma di quanto il ds spagnolo non percepisca sua questa squadra, di quanto senta la necessità di cambiarla. La cessione di Dzeko è un rischio enorme che Monchi si assume, ma per valutare il quale bisognerà aspettare e vedere: innanzitutto chi saranno i due uomini scelti per sostituire lui e l’altro giovane fenomeno Emerson Palmieri, per il quale personalmente ci dispiace quasi di più. Già, perché adesso la Roma dovrà comprare due giocatori per lasciare in pace Di Francesco. Perché farlo adesso? Beh, se c’era la necessità di vendere un big e l’uomo scelto era lui, date cifre e peso specifico (l’alternativa era sacrificare Nainggolan), tanto valeva farlo subito e iniziare quella rivoluzione per la quale il club ha voluto Monchi a Roma. Per i tifosi rinunciare al bomber a gennaio è dura da mandar giù, ma vista da quella prospettiva non fa una piega. Vedremo…