La Roma del futuro, quella che dovrà far dimenticare in fretta il disastro del presente, verrà affidata al passato più glorioso: Francesco Totti. Lo storico ex capitano, che fino a quattro mesi fa non era invitato nemmeno alle riunioni tecniche di Boston o Londra, è stato l’unico dirigente a presentarsi con frequenza davanti ai microfoni dopo l’addio di Monchi e Di Francesco. Una promozione obbligata visto che, agli occhi dei tifosi, tutta Trigoria ha perso credibilità: dall’assente Pallotta, ai giocatori passando per staff tecnico, medico e dirigenziale. Totti qualche minuto prima della drammatica partita col Napoli ha tirato fuori gli artigli come mai aveva fatto finora: «Dicono tutti che avrò più potere. Se così sarà cambieranno tante cose». Un segnale di sicurezza figlio di alcune rassicurazioni ricevute a Doha una settimana fa dove Francesco ha partecipato col vicepresidente Baldissoni e l’ad Fienga a un importante workshop. In quell’occasione Totti ha rappresentato la Roma come mai aveva fatto prima d’ora da dirigente e alcuni rumors parlano pure di un colloquio con un gruppo arabo interessato al pacchetto di maggioranza. Come riporta Leggo, Il più grande problema tra Totti e un ruolo da direttore generale è rappresentato come al solito da Franco Baldini, che due anni fa chiuse la porta in faccia a Francesco che si era proposto per una nomina ufficiale: «Non ne hai bisogno». Ma cosa cambierebbe Totti? Oltre all’allontanamento di Baldini proporrebbe una riforma tecnica basata sulla normalità: niente ds “mediatici”, un ruolo meno in ombra per Bruno Conti e Morgan De Sanctis, la conferma di Ranieri ma come direttore tecnico e la scelta di un allenatore essenziale. Impossibile arrivare a Conte, il consiglio è quello di andare su Gattuso. Non dispiace nemmeno Gasperini. Ma Totti si occuperebbe pure della scelta dei giocatori in entrata e in uscita.