La Repubblica (S. Fumarola) – “Sono nato a Velletri e cresciuto nella capitale, con una fede calcistica diversa da quella dei miei compagni, tutti romanisti e laziali. Conoscendo Roma ritengo impossibile che Speravo de morì prima non dia vita a polemiche soprattutto per la rappresentazione di Luciano Spalletti”. Gianmarco Tognazzi era stato facile profeta parlando della serie Sky su Francesco Totti diretta da Luca Ribuoli.
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Nel ruolo di Spalletti, l’ultimo allenatore del campione ha scatenato le reazioni dei tifosi. Social impazziti, una pioggia di insulti. Lo ha raccontato l’attore a Rete Sport. “I social hanno anche un parere molto positivo. Ma si passa senza mediazione dalla critica all’insulto diretto: una cosa insopportabile. È la degenerazione di ogni forma di rispetto e senza regole d’ingaggio“.
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Gli insulti diventano personali. “Si racconta il punto di vista di Totti. Ritengo Spalletti un grandissimo allenatore, ho cercato di tirare fuori la sua umanità e il suo disagio in quella situazione. Ho cercato di dargli anche un minimo di protezione. Se avessi avuto l’opportunità di confrontarmi con lui, magari mi avrebbe dato una visione diversa dell’accaduto e sarei entrato in crisi. Ho cercato di trovare un filo conduttore e l’ho identificato nel disagio di dover gestire quella situazione. Non mi piaceva l’idea dell’antagonista, del cattivo. Ho voluto approfondire la filosofia calcistica, anche se è vero che nella sua prima esperienza alla Roma aveva messo Totti al centro“.