gazzetta.it (M. Pessotto) – Il mischione è notevole: Napoli a parte, e al netto ovviamente delle aule di tribunale, il campionato dice che ci sono sei squadre che si giocano i tre posti Champions rimanenti, e che queste sei squadre sono racchiuse in un fazzoletto. In altre parole, non serve un mago per ipotizzare che i primi quattro posti verranno chiariti soltanto alle ultimissime curve del torneo. Se non proprio all’ultimo atto.
Roma e Milan sono fra gli esempi più concreti di questa bagarre: pari punti in classifica e tutto pari anche negli scontri diretti: punti e differenza reti. Non solo: giallorossi e rossoneri sono pari anche nella differenza reti generale.
Che cosa succede dunque se a fine campionato due squadre chiudono a braccetto? Iniziamo con una rispolverata del regolamento, che recita: nei casi di arrivo a pari punti tra due squadre, la classifica finale tiene conto di: 1) punti nei confronti diretti; 2) differenza reti nei confronti diretti; 3) differenza reti complessiva; 4) gol segnati; 5) sorteggio. Nel caso in cui chiudano a pari punti tre o più squadre, si considera la classifica avulsa.
Con la Roma la situazione è di equilibrio pressoché totale, dopo il 2-2 dell’andata e l’1-1 dell’Olimpico. In questo momento tra l’altro c’è parità anche nella differenza reti globale: scorrendo i punti del regolamento occorre andare fino ai gol segnati, e qui il Diavolo è attualmente messo meglio (52 contro 44).