La Lazio e il suo allenatore, Edy Reja, rompono il tabù del derby nel modo più feroce, e perciò più dolce, nello strano linguaggio della stracittadina. È un gol di Klose a 15 secondi dalla fine del terzo e ultimo minuto di recupero a ridare ai biancocelesti una vittoria che mancava dall’11 aprile 2009. Il tedesco, fin lì, aveva giocato menomato dal problema al ginocchio che lo aveva tenuto in forse alla vigilia. Reja si è fidato di lui e ha avuto ragione. La Lazio aveva perso gli ultimi 5 derby, l’allenatore goriziano non aveva mai battuto la Roma in tutta la carriera. La sua liberazione l’ha poi raccontata così: «Pensavo di non riuscire a vincere nemmeno questa volta, ma poi è arrivato il gol e non ci ho visto più. Sono anche stato espulso per essere andato a esultare sotto la curva Nord. L’uomo derby? Chiedetelo a qualcun altro». Ogni riferimento a Totti era assolutamente voluto.
La Lazio ha meritato di vincere, soprattutto nella ripresa: ha colpito una traversa con Klose, un palo con Cissé e Lulic ha chiamato Stekelenburg a una grande parata. L’arbitro Tagliavento, contestatissimo alla vigilia dalla Lazio per i derby precedenti, questa volta ha scontentato più la Roma, al termine di una gara in cui è sembrato un po’ condizionato. Questo non toglie che la decisione più importante, il rigore al 6′ s.t. che ha permesso alla Lazio di pareggiare il gol segnato da Osvaldo al 5′ p.t., sia stata corretta. Ancor più del penalty segnato da Hernanes, per la Roma è stata mortale l’espulsione conseguente di Kjaer per il fallo su Brocchi, che non sembrava poter raggiungere il pallone.
Faranno discutere alcune scelte di Luis Enrique, quella di Kjaer (al posto di Burdisso) in primis. Il difensore danese, con quel fallo inutile, ha indirizzato la gara dove sognava la Lazio. Il rigore e il vantaggio numerico hanno fatto pensare al biancocelesti che, a quel punto, il più fosse fatto. Non era così, ma lo sarebbe diventato a tempo scaduto. Il tecnico spagnolo ha scelto 9 titolari su 11 che non avevano mai giocato nemmeno un minuto nel derby. I «vaccinati» erano solo Perrotta (sostituito dopo l’espulsione di Kjaer) e De Rossi. La sorpresa, che con l’asturiano c’è sempre, era stata Fernando Gago titolare. Non lo faceva dal 23 gennaio 2011 (Real Madrid-Maiorca 1-0).
Reja ha fatto invece le cose facili: squadra confermata, con Gonzalez in campo e Mauri in panchina, entrato in campo solo dopo l’infortunio dell’uruguaiano. Un segno anche quello: era la serata giusta. Così come il cambio di Brocchi con Matuzalem, l’uomo del passaggio decisivo a Klose per il gol che ha mandato in paradiso la curva Nord. Hernanes, Brocchi, Klose e la sorpresa Lulic i migliori della Lazio. Heinze, De Rossi, Osvaldo e il Pjanic del primo tempo (nel ruolo di Totti, che molto è mancato) quelli della Roma. Ora, in un campionato molto equilibrato, si aprono per i biancocelesti prospettive interessanti. I giallorossi devono metabolizzare la sconfitta e capire quale calcio vogliono davvero proporre. Ieri sera, dopo essere andati in vantaggio, non hanno fatto il solito possesso palla per la disperazione di Luis Enrique. Una buona base di partenza, comunque, è la decisione dello spagnolo di non commentare le decisioni dell’arbitro: «Non ne parlo mai, non incomincerò a farlo adesso». Giusto così.
Corriere della Sera – Luca Valdiserri
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