Milik in stand-by: è braccio di ferro

Il Messaggero (S.Carina) – Dzeko di umore nero, in panchina a Verona. Milik, invece, a casa a Napoli. Il braccio di ferro, con i due club diretti protagonisti, continua anche se le parti in causa sono convinte che alla fine l’happy end non mancherà. I motivi sono dettati dal buon senso: 1) De Laurentiis, a cinque mesi dalla scadenza, vedrà valutato il suo attaccante (che ha minacciato altrimenti di andar via a parametro zero) 30 milioni. 2) La Roma ha deciso da tempo di accontentare Edin che preme per andare alla Juventus e con il tipo di operazione costruita, diluisce il costo del polacco in più esercizi finanziari, acquisendo un centravanti più giovane di 8 anni. 3) Se saltasse tutto, a questo punto – con la Juve avversaria domenica – sarebbe difficile convincere il bosniaco a restare e servirebbe un piano B che al momento non c’è. Quella che esiste, invece, è la volontà di strappare condizioni migliori. Questo perché il traumatologo Ahlbaumer che ha svolto le visite mediche di Milk a Saint Moriz, pur dando il via libera all’attaccante, ha dovuto comunque registrare il pregresso clinico del polacco. Una prassi in questi casi, della quale la nuova proprietà – a digiuno di calcio – probabilmente non era a conoscenza.

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