Così fa più male. Certo, nel gioco dei pronostici la sconfitta col Milan non era imprevedibile, ma la maniera con cui la Roma esce battuta da San Siro lascia dietro una scia di amarezza visto il vantaggio iniziale e i rossoneri sottotono. «Sconfitta immeritata», sussurra Pjanic. «Gli episodi ci hanno punito», aggiunge Osvaldo. Ma forse c’è dell’altro. Luis Enrique alla vigilia aveva snobbato una graduatoria che vuole la Roma in testa alla A a fine primi tempi (ora con 55 punti) e in zona retrocessione nella ripresa (30). Può essere solo un caso, oppure c’è qualcosa nella preparazione, o nella concentrazione, che non va? Alla 11a sconfitta (13ª stagionale) bisogna rispondere anche a questo.
DIVERGENZE GIALLOROSSE – Sul tema l’allenatore e il d.s. Sabatini non convergono. «Non c’è nessun problema – dice lo spagnolo –, peccato che le gare durino 90 minuti. È una statistica che non serve. Ma se possiamo fare bene per 45’, siamo in grado di farlo per 90, anche se non in questa stagione». Replica il dirigente: «Non èun problema di giovani ma ho il timone che si stia pensando al prossimo anno. Magari dico una cosa impopolare, ma la Romaavrebbe potuto affrontare questa gara con un altro piglio. Qualcosa succede nella ripresa, può essere confortante perché siamo parzialmente competitivi, ma nel calcio le cose parziali non contano. Luis Enrique saprà individuare il problema».
POCA CATTIVERIA – Il tecnico vede il bicchiere mezzo pieno. «Il Milan ha avuto palle gol chiare, noi non abbiamo avuto la cattiveria giusta quando serviva. Ci manca qualcosa,ma non posso dirlo sennò qualcuno si arrabbia. Il cucchiaio di Totti? Bello parlare dopo… Noi abbiamo cercato di fare bene, ma nel nostro momentomigliore siamo stati puniti da Ibrahimovic. Tutti e due i difensori sono stati bravi, contro il miglior attaccante centrale del mondo non è facile giocare. La scelta di Marquinho? Solo tecnica. Però non sono contento del primo tempo, si poteva tenere più palla, siamo andati meglio nella ripresa, anche se poi c’è stata sofferenza. Ho fatto entrare Lamela per vincere e lo rifarei».
Gazzetta dello Sport – Massimo Cecchini