Come un animale da tana, a un certo punto la Roma va in letargo. Si assopisce, si spegne. Le succede, spesso, tra il primo e il secondo tempo. Se ne sono accorti, dando interpretazioni diverse al fenomeno, sia Sabatini che Luis Enrique dopo la delusione di San Siro. Se fosse in palio lo scudetto dei primi tempi, l’equivalente della classifica intermedia del Giro d’Italia di ciclismo, la Roma sarebbe in testa al campionato con 55 punti. Ma siccome esiste anche ‘altra metà della luna, il lato oscuro sottrae alla squadra 11 punti spedendola al sesto posto, l’ultimo che oggi assegnerebbe un pass per le coppe europee. Altro che maglia rosa.
VIRTUAL – Secondo Sabatini “bisogna fare un’analisi sulle ragioni che ci portano ad essere solo parzialmente competitivi”, secondo Luis Enrique invece “questa statistica non conta niente, perché purtroppo le partite durano novanta minuti”. Ma la curiosità esiste, eccome. E paradossalmente è stata rafforzata proprio nella serata in cui la Roma ha giocato meglio il secondo tempo del primo, arrivando all’intervallo in vantaggio grazie al gol di Osvaldo senza particolari meriti.
PUNTI PERSI – E’ proprio il Milan al secondo posto, staccato giusto di tre punti, in questa classifica virtuale. Lo “scontro diretto” è stato decisivo nel determinare le distanze tra le due squadre che cominciano meglio le partite. Al terzo posto, sempre al traguardo dei primi tempi, si piazza l’Udinese a quota 51 mentre la vera terza forza della serie A, la Lazio, è soltanto nona con 37 punti. Si può ipotizzare un calo di tensione dopo l’intervallo? Oppure la Roma va in riserva dal punto di vista atletico? La risposta è difficile. Forse incidono tutti e due i fattori nel rendimento dei secondi tempi: la stanchezza toglie lucidità (basta vedere il non intervento di Kjaer su Ibrahimovic davanti alla porta vuota). Di sicuro non è un problema di qualità, anche se contro le prime cinque squadre del campionato la Roma ha raccolto solo 4 punti. Perché la mancanza di continuità si estende anche alle piccole. La brutta abitudine è stata assimilata già nella prima partita contro il Cagliari, all’Olimpico: 0-0 al riposo, 1-2 alla fine. Ed è stato il primo punto lasciato per strada. Dieci giorni dopo, sempre in casa, sono stati concessi due punti al Siena: dall’1-0 del primo tempo si è passati all’1-1 conclusivo. E che dire del derby d’andata? Avanti nei primi minuti con Osvaldo, la Roma si è fatta scavalcare nella ripresa dalla Lazio.
FRAGILITA’ – E se in due occasioni, contro Parma e Novara all’andata, la squadra è passata dal pareggio alla vittoria nella ripresa, migliorandosi, la serie negativa dei secondi tempi è continuata a fine novembre a Udine. Dove la Roma ha retto l’urto fino al minuto 80 e poi si è consegnata a Di Natale e company. E a dicembre, in Roma-Juventus, la situazione si è ripetuta. (…)
ANNO NUOVO…. – Il 2012 non ha cambiato il trend. A Cagliari, dopo il 2-2 del primo tempo, la squadra è crollata. E nella fredda notte di Siena, dopo aver evitato di capitolare nella prima parte, si è arresa all’errore di Kjaer che ha provocato il rigore di Calaiò. Finito? No, il peggio sta sempre nella coda, identificabile con il derby di ritorno: 1-1 dignitoso all’intervallo, in dieci contro undici, sconfitta alla fine. Il resto è storia di sabato, Milan, Ibrahimovic. Un capolavoro diventato capitombolo. Questione di tempi.
Corriere dello Sport – Roberto Maida