Milan-Roma 2-2, le pagelle: Abraham fulmine, Ibanez risorge

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Un caso, forse no, che la Roma segni di nuovo da calcio piazzato. Ferma, in attesa di un forte segnale che la faccia scuotere. Sembrava essere vietato sognare. Poi, tutto d’un tratto, la bella addormentata si sveglia dai torpori che l’avevano assonata e piazza un 1-2 che porta il pareggio. Il Milan era in doppio vantaggio con Kalulu e Pobega, il cui gol sembrava aver chiuso le speranze. Riaccese da Ibanez (87′), concretizzate da Abraham (90+4′). I pareggi di Lazio ed Inter non sono sfruttati a pieno, ma quantomeno non gettati nel nulla.

LE PAGELLE

Rui Patricio 5 – Devìa bene sopra la traversa il tiro di Diaz, così come mette in porta il colpo di testa di Kalulu da successivo angolo. In difficoltà su un pallone battente, rimanda in campo con un goffo bagher. In movimento quando in posizione su Pobega.

Mancini 5 – Quello di centro-destra è il fronte più mirato: aiuta Celik, è composto nel dovere e non si espone più di tanto. Leao salta lui per aprire e servire Pobega: si gira dalla parte sbagliata, decisione figlia di una precedente posizione errata. Esce e la Roma rimonta. (Dal 89′ Belotti sv).

Smalling 5 – Guadagna qualche duello, stacca ma non arriva a deviare il cross del vantaggio. E neppure sul tiro di Pobega, provato a murare in un ritardatario e disperato tackle. Contiene bene Giroud.

Ibanez 6 – Rompe bene la linea in un paio di circostanze, così come la marcatura su Kalulu. Fissa la bandiera romanista nel match proprio di testa.

Celik 5,5 – Rispolvera gli appunti di Lille, soffermandosi al capitolo Leao. All’inizio sfoglia le pagine senza capirne granché, con l’aumentare dei giri delle lancette – ed il giallo – va meglio e lo contiene. Parsimonioso offensivamente: un solo cross, lungo, per Abraham. Rovina il costrutto con il liscio che avrebbe potuto fermare ripartenza del raddoppio. Questione di tempo, perché esce subito dopo. (Dal 78’ El Shaarawy sv).

Cristante 5- Bloccato nello stadio che lo ha lanciato, è faticoso il tentativo di scuotere l’irrita idea di gioco romanista. Leggero in diversi frangenti, regala palloni non da lui. Ne gestisce però numerosi con pacata fantasia. (Dal 65’ Matic 6,5 – Prende posizione e subito gli viene rubata palla. Dà quella del pareggio).

Pellegrini 6 – Giostra alla ricerca di palloni giocabili che mai giungono, se non quando si abbassa. Anche qui, però, il raccolto è esiguo: viene inserito al centro dei palleggi rossoneri e disorientato. Due gol da calcio da fermo, da lui calciati.

Zalewski 5,5 – Lembo di campo che muta, la ruota si ferma di nuovo su di lui. La freccia lampeggia qui quando c’è da attaccare: il tiro che più fa capire a Tatarusanu che la Roma sia in campo è suo, per buona pace di Dybala che gli chiedeva il passaggio. Svanito nella ripresa.

Dybala 5,5 – Pro e contro di avere un campione del mondo. Illuminato contro l’Inter, opaco oggi. Si accende e spegne da sé: giocata rituale da funambolo in area, al momento di calciare si sposta palla con il sinistro e liscia. Non se ne capacita e si intestardisce: vede palla in cerca di padrone e tira da fuori area, mandando a lato; intraprende duelli che a nulla portano. La miglior cosa è l’apertura per Zalewski a fine primo tempo, che magari avrebbe preferito concludere. Entra nella partita con il fallo conquistato, ancora una volta, da cui arriva il pari.

Zaniolo 4,5 – Il buongiorno si vede dal mattino. Ai primi vagiti di gara, singhiozza con un controllo infelice. Sarà lo stato d’animo della gara. Sconsolato lì sulla fascia destra, troppo esterno in campo e per la visione dei compagni. Mai messo nella possibilità di esplorare la profondità, si chiude in se stesso sfogandosi con un fallo che gli vale un giallo. Come Mancini: esce e c’è la rimonta. (Dal 65’ Tahirovic 6 – Assaggia la fredda aria di San Siro e fa avanzare Pellegrini. Dona ali al gioco, spezzate dall’assenza di vento).

Abraham 6,5 – Amante dei finali in questo inizio anno. L’abnegazione mostrata con il Bologna, ed il gol salvato nel recupero, gli valgono il rientro da titolare. Anonimo fino alla fine, emerge per pareggiare.

Mourinho/Foti 5,5 – Artiglieria pesante, dall’inizio. A nulla serve se si sceglie di schierare la truppa in trincea. Cotanti giocatori dall’identità offensiva lasciano immaginare una squadra propositiva, vista solo alla fine.

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