Corriere dello Sport (M.Evangelisti) – Ebbene, si tratta di un esordio anche per le forze dell’ordine. Un derby a mezzogiorno e mezzo, qualcosa di travolgente. Per le abitudini e per i protocolli. A Milano l’hanno sperimentato, pare che il mercato televisivo cinese abbia reagito bene, adesso ci provano con Roma-Lazio. Oggi come oggi è meglio dal punto di vista tecnico e fors’anche commerciale. Da quest’altra parte ci sono quelli che vogliono vedere la partita qui da noi, in televisione – e tutto sommato l’orario non sarà un gran disagio – oppure all’Olimpico. Ecco, da questo punto di vista qualcosa bisogna spostare, qualcos’altro sacrificare per esserci. Il questore di Roma, lo riportiamo sopra, si è posto come obiettivi in primo luogo la massima partecipazione del pubblico e insieme la massima sicurezza. Solo che, appunto, per riuscire negli intenti bisogna rivedere le abitudini consolidate. Perché un derby romano alle 12.30 non era mai stato organizzato, quindi neppure messo sotto controllo.
DIAGONALE – Cominciamo col dire che l’apertura dei cancelli dello stadio avviene in orario mattutino e già questo cambia le abitudini. Essendo domenica, praticamente si scende dal letto e si va all’Olimpico. Alle 10.30 si può entrare. Attraverso le aree dedicate all’una e all’altra tifoseria, illustrate nella mappa pubblicata sopra. In pratica la zona dello stadio viene tagliata in due da una diagonale: la zona romanista insiste sulla direzione Ponte Duca d’Aosta, Ponte della Musica e Piazzale Clodio, quella laziale su Ponte Milvio e Colli della Farnesina. In teoria l’afflusso dei tifosi biancocelesti dovrebbe essere notevolmente minore di quello della controparte, almeno stando ai dati della prevendita. Gli addetti alla sicurezza sanno però di doversi aspettare una consistente partecipazione all’evento di tifosi provenienti da altri Paesi: Austria, Polonia, Svizzera, Bulgaria, Slovenia, Ungheria, Germania e Inghilterra. E qui diventa più complicato valutare la ripartizione tra una componente e l’altra, tra romanisti e laziali. Senza contare il fatto che tali piccole invasioni vengono sempre attese con qualche preoccupazione dagli esperti: niente è mai completamente impermeabile all’infiltrazione da parte di malintenzionati.
SEGNALI – Tra i 1.500 e i 2.000 poliziotti a sorvegliare il territorio, almeno 800 steward a coprire lo spazio dello stadio, aree separate tra Roma e Lazio anche per i parcheggi: Metro Cipro e Piazzale Clodio ai giallorossi, Viale XVII Olimpiade e Tor di Quinto ai biancocelesti. Il piano, come di consueto, è studiato al millimetro. Ponte Duca d’Aosta in sé resterà comunque riservato ai pedoni sia come area d’afflusso sia per gestire eventuali emergenze. Mentre i lungotevere resteranno aperti alle auto, in maniera da minimizzare i disagi per i residenti. Niente restrizioni alla vendita di bevande negli esercizi pubblici, ma è stata tracciata un’area nella quale la consumazione degli alcoolici sarà consentita solo in bicchieri di plastica o carta e vietata invece sulla pubblica via. Nessuna militarizzazione, una blindatura morbida della zona dello stadio, la speranza che i segnali di maturazione della totalità del tifo vengano confermati. Cadute le barriere, per fortuna stanno venendo meno anche le barricate mentali.