Il Tempo (F.M.Magliaro) – Per una società sportiva, possedere uno stadio di proprietà è certamente un vantaggio in termini economici e, quindi, di capacità di investimento. Ma la città di Roma, esattamente, cosa guadagna dall’operazione Stadio?
C’è un pacchetto di opere pubbliche che il Comune ha richiesto in cambio della concessione del pubblico interesse: sono quegli interventi che “giustificano” l’assenso al progetto. Si tratta di nove grandi opere, alcune delle quali attese da decenni. In primo luogo, la riunificazione della via del Mare e della via Ostiense e la loro messa in sicurezza. In seconda posizione, gli interventi sul Fosso di Vallerano e su quello dell’Acqua Acetosa. A seguire: un nuovo svincolo sull’autostrada A91, la Roma-Fiumicino, a Parco de’ Medici, con corsie dedicate, un ponte carrabile sul Tevere e un viadotto di collegamento proprio con la nuova via Ostiense (nel progetto chiamato “asse trasversale”). Infine: il progetto prevede la totale ristrutturazione della stazione Tor di Valle della Roma-Lido di Ostia con un nuovo ponte che scavalchi via Ostiense – considerato il punto principale di accesso e deflusso dallo Stadio – insieme al prolungamento della Metro B dall’attuale stazione di Magliana fino a Tor di Valle. In ultimo, la costruzione di un ponte ciclopedonale sul Tevere che congiunga lo Stadio con la stazione “Magliana” delle ferrovie dello Stato, per intendersi sulla linea che va da Orte-Tiburtina fino a Fiumicino Aeroporto. In totale, queste opere richiederanno investimenti per 266milioni 758mila euro e spicci e, da cronoprogramma, i cantieri inizieranno fra il 19 luglio e il 7 ottobre 2017 per concludersi tutti, ed avere l’intero pacchetto aperto e funzionante, fra il 30 maggio e il 28 agosto 2019.
A questi interventi, ne va aggiunto uno che rientra nelle “opere da realizzare con contributo al costo di costruzione” (una sorta di “tassa” che si paga al Comune sotto forma di opere invece che di denaro contante), e cioè la sistemazione di via Luigi Dasti alla Magliana con i cantieri che inizieranno il 1 luglio 2017, termineranno il 24 agosto 2018 e oltre 7 milioni e 220mila euro di investimento. Alla base delle scelte progettuali predisposte dalla Roma vi è la principale richiesta che il Comune fece durante le “trattative” dell’estate 2014: metà dei 60mila spettatori deve poter arrivare allo Stadio e andarsene utilizzando i mezzi pubblici. Partendo da questo, la Roma ha effettuato delle analisi sui flussi di traffico in entrata e in uscita dallo Stadio con diversi scenari presi in considerazione: l’ingresso per una partita serale (19.45-20.45), l’uscita dopo un match di posticipo (22.30-23.30), orario di punta in un giorno feriale (7.30-8.30), ingresso allo stadio in un giorno feriale per un posticipo (19.30-20.30). Ovviamente, queste analisi sono state condotte tenendo conto anche dei mezzi di trasporto privati impiegati (moto e scooter, auto e pullman privati) ed effettuando un approfondimento con l’attuale situazione dello Stadio Olimpico. Oltre queste opere – che, va sottolineato, sono attese da decenni e che il Campidoglio, da solo, non avrebbe le risorse per eseguire – e a parte strade interne, fogne e illuminazione, vi sono altri interventi, che verranno realizzati e che caratterizzeranno l’intera area: innanzitutto il grande parco fluviale, da 40 ettari. A questo, va ancora aggiunta la creazione di due approdi lungo il Tevere per un (futuro) sistema di navigazione del Fiume.