Non fa freddo: 16 gradi e qualche nuvola. Bisogna accontentarsi.
L’Inghilterra, mai terra di conquista per il club giallorosso, sembra addirittura più ospitale. Il clima aiuta, ma sono il prestigio e l’ambizione a dare la spinta che serve in un viaggio come questo. Sarà anche presto, visto che è ancora fine settembre, per pensare alla qualificazione in Champions e alla lotta per lo scudetto, ma il significato della partita di Manchester è proprio lo stesso di quello della sfida di Torino: scontro diretto. Stasera il City, domenica pomeriggio la Juve. Due trasferte per la gloria: la Roma sa di essere davanti al primo bivio della stagione. Garcia indica la strada giusta: «E’ più facile affrontare la gara di coppa. In Europa gli stimoli vengono da soli. E ci aiuta anche il calendario: avremo quasi una settimana per preparare bene l’altra partita. Così potremo dare tutto qui. Senza fare calcoli. Proprio come piace a me. Siamo qui per essere protagonisti e non spettatori. Sarà dura per noi. E per loro».
RICORDI E RIVINCITE – Più di 7 anni fa, il 10 aprile del 2007, la Roma crollò davanti allo United di Ferguson e Ronaldo. Il risultato, anzi il punteggio, di quella notte non deve tracimare nella nuova sfida a Manchester (tra l’altro ce n’è stata anche un’altra, sempre all’Old Trafford, però).
Stessa città, ma differente avversario. Il City non è la stessa cosa. Non ha la storia dei Red Devils, pure se la proprietà, quartier generale ad Abu Dhabi, è più intransigente di Pallotta (il presidente atterra in mattinata e sarà allo stadio) e soci. La Premier e le coppe per l’arredamento non bastano più. Lo sceicco Mansour vuole la Champions. Garcia, però, chiarisce il ruolo della Roma: «Noi abbiamo già tre punti che ci permettono di entrare in campo senza pressione. Dopo il sorteggio, la mia squadra aveva già perso ogni chance di qualificazione. Invece noi siamo qui e, rispetto al City, abbiamo solo da guadagnare. E loro hanno qualcosa in più da perdere. Siamo l’outsider del gruppo che però mostrerà il suo orgoglio. Per far vedere che il valore della Roma è più alto».
Il Messaggero – U. Trani
DUE DUBBI – E’ più preciso. Decisiva è solo per i Citizens: «Non sarà finito il girone dopo questa sfida: siamo solo alla seconda partita. Se torniamo a casa con più punti dei tre attuali, avremo fatto un passo interessante per la promozione agli ottavi. In caso di risultato negativo, e non ci voglio pensare, resterebbero altri dodici punti a disposizione». De Sanctis si è allenato, dando la disponibilità a Garcia. «Ha un affaticamento muscolare» precisa il francese. Il portiere ha ancora fastidio, se il dolore stamattina dovesse aumentare, si chiamerà fuori per non peggiorare la situazione. Pronto Skorupski. In difesa Torosidis e lo stesso Holebas possono togliere il posto a Cole che, scherzando con i media inglesi, spiega il suo approccio stentato con la nuova realtà. «Solo se gioco di più riesco a migliorare. Non attacco molto perché comincio a diventare vecchio». Non risponde a Ferdinand, per non cadere nella polemica. «Sono felice di affrontare due amici come Hart e Lampard. E’ stato il momento giusto per me di lasciare l’Inghilterra». Rientrano davanti Florenzi e Gervinho (Iturbe riparte dalla panchina). Minimo, dunque, 3 novità. Totti, qui chiamato the Legend, sa che il City in casa è fragile: nelle ultime 8 gare delle coppe europee ha subito 15 gol. «Dobbiamo organizzarci bene in fase difensiva e sfruttare le occasioni che avremo. Vedrete che ci capiteranno» assicura Garcia.
Non fa freddo: 16 gradi e qualche nuvola. Bisogna accontentarsi.
L’Inghilterra, mai terra di conquista per il club giallorosso, sembra addirittura più ospitale. Il clima aiuta, ma sono il prestigio e l’ambizione a dare la spinta che serve in un viaggio come questo. Sarà anche presto, visto che è ancora fine settembre, per pensare alla qualificazione in Champions e alla lotta per lo scudetto, ma il significato della partita di Manchester è proprio lo stesso di quello della sfida di Torino: scontro diretto. Stasera il City, domenica pomeriggio la Juve. Due trasferte per la gloria: la Roma sa di essere davanti al primo bivio della stagione. Garcia indica la strada giusta: «E’ più facile affrontare la gara di coppa. In Europa gli stimoli vengono da soli. E ci aiuta anche il calendario: avremo quasi una settimana per preparare bene l’altra partita. Così potremo dare tutto qui. Senza fare calcoli. Proprio come piace a me. Siamo qui per essere protagonisti e non spettatori. Sarà dura per noi. E per loro».
RICORDI E RIVINCITE – Più di 7 anni fa, il 10 aprile del 2007, la Roma crollò davanti allo United di Ferguson e Ronaldo. Il risultato, anzi il punteggio, di quella notte non deve tracimare nella nuova sfida a Manchester (tra l’altro ce n’è stata anche un’altra, sempre all’Old Trafford, però).