La Gazzetta dello Sport (M. Cecchini) – Nome: Dries Mertens. Ruolo: attaccante. Caratteristiche: tecnica, rapidità, capacità di giocare in tutte le posizioni offensive. Situazione contrattuale: svincolato. Richiesta: due anni di contratto a 2,6 milioni netti a stagione, premio alla firma da 1,4 milioni e provvigioni agli agenti. Età: 35 anni. Il computer si blocca qui, davanti a questa informazione, peraltro nota. Alla Roma possono esaminare senza difficoltà tutti gli aspetti tecnico-tattici legati alla punta belga, ma è logico che la carta d’identità giochi un ruolo importante nelle valutazioni.
La storia è nota. Grazie all’input decisivo di José Mourinho, il club giallorosso ha già chiuso l’accordo con Nemanja Matic, il centrocampista serbo svincolato dal Manchester United che compirà 34 anni il primo agosto. Il giocatore entra ufficialmente a far parte di un gruppo di titolari in cui, perso Mkhitaryan, spiccano già una serie di ultratrentenni come Rui Patricio (34) e Smalling (32).
Le caratteristiche di Mertens piacciono, ma la Roma sa bene che le valutazioni devono essere fatte a tutto tondo e quindi non ha alcuna fretta. D’altronde, l’obiettivo che la famiglia Friedkin ha dato dal suo insediamento, è quello di costruire una rosa che abbia un mix equilibrato fra giocatori esperti e giovani di prospettiva. Logico, però, che il tesseramento di un giocatore come Mertens avvicinerebbe qualsiasi obiettivo la società fisserà per la prossima stagione e quindi rinunciare a un attaccante del genere senza valutarne appieno i pro e i contro.
La Roma sa bene come Mertens possa rappresentare una chiave tattica assai utile per modificare in corsa la squadra di Mourinho. Logico che i 35 anni di età obbligherebbe un suo impiego mirato, ma in fondo la gestione che gli ha riservato Luciano Spalletti nella scorsa stagione è stata analoga, pur accompagnata da qualche mugugno da parte dell’attaccante e degli stessi tifosi.
Una cosa è certa: la squadra giallorossa ha bisogno di sbocchi offensivi alternativi a quelli rappresentati da Tammy Abraham, e su questo fronte è difficile trovare dei “secondi violini”, per giunta part-time, del valore dell’attaccante belga, fisicamente ancora integro. Occhio poi anche a un’altra esigenza, che accomuna tutte le società italiane, ma che la Roma sente in maniera particolare.