Jeremy Menez ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport. L’ex attaccante della Roma ha parlato del periodo trascorso in giallorosso (dal 2008 al 2011), di Claudio Ranieri e non solo. Ecco le sue parole:
Rimpianti ripensando al derby di quindici anni fa?
“Quella sensazione la ricordo come fosse adesso. Solo un allenatore gigante come Ranieri poteva decidere di togliere Checco e Daniele, due figli di Roma, all’intervallo in una partita del genere. Mamma mia, ci ritorno con la testa mi vengono i brividi. È stato bellissimo”.
Entra nel secondo tempo, la pressione enorme: sentiva le gambe pesanti?
“Mai sentite in vita mia”.
Dal 2010 al 2025: c’è ancora Ranieri in panchina.
“Fatemi dire che mi è dispiaciuto tantissimo per l’esonero di De Rossi. Non lo meritava ed era solo all’inizio del suo lavoro. Poi è arrivato Ranieri…”.
In realtà in mezzo c’è stato Juric.
“Sì, giusto. E la Roma andava malissimo. Meno male che il mister ha rimesso le cose nel verso giusto”.
L’ha incontrato a Milano qualche settimana fa: come lo ha trovato?
“Sempre uguale. Sempre carico. Avere un allenatore così è tanta roba (testuale, ndr) perché conosce il calcio, i giocatori e sa fare le cose che servono”.
Chi dovrebbe prendere la Roma per la prossima stagione in panchina?
“Per i risultati, e la persona che e, io terrei Ranieri, poi però so che lui non vuole continuare. Allora penso sia giusto che abbia voce in capitolo per la scelta del prossimo allenatore perché è uno che conosce il calcio”.
A lei piacerebbe fare l’allenatore?
“Non lo so ancora, ho smesso da un anno, devo compierne 38, sto vedendo e capendo cosa mi riserverà il futuro”.
Parla benissimo l’italiano con uno spiccato accento romano.
“Ah sì, si sente? Ho trascorso a Roma anni belli, importanti. L’italiano l’ho imparato li”.
Dopo la Roma, In Italia, ha giocato nel Milan: entrambe le squadre hanno vissuto stagioni turbolente.
“Sì, ma la Roma mi sembra abbia messo tutto in ordine, c’è equilibrio, al Milan no. Hanno sbagliato qualche scelta e adesso devono correggere per ritrovare serenità e non è facile. Restando nella stessa città forse dovrebbero vedere il percorso che sta facendo l’inter, cosa ha costruito”.
Come finisce il derby domenica?
“Non lo so (ride ancora). Come si dice: che vinca il migliore”.
Ultima domanda: davvero era così esausto del calcio quando ha smesso?
“Di quello giocato sì, non ce la facevo più. Ma il pallone resterà sempre il mio grande amore”.