Corriere dello Sport (G. Marota) – A Roma esistono giorni tristi che durano in eterno e momenti di felicità che vengono spazzati via in un attimo. È nel Dna di una città che brucia tutto in fretta: dall’amore passionale alle arrabbiature. Tutto passa nella Capitale e Borja Mayoral l’ha capito in queste ore così tormentate per lui e per l’intera squadra.
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Poco più di una settimana fa, sui social, spopolava un coro fatto a misura di spagnolo: “O lele o lala… Borja Mayoral, Borja Mayoral!“. Lo cantavano tutti, a Trigoria e non solo, come fosse un tormentone estivo. Oggi, negli stessi luoghi, i tifosi delusi imputano al ragazzo un’importante fetta di responsabilità per la sconfitta contro lo Spezia.
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La conseguenza di Roma–Spezia è che Mayoral dovrà scalare di nuovo la montagna della fiducia. Non che prima fosse in cima: ha giocato titolare per esigenze piuttosto che per reale scelta dell’allenatore. Ma la piazza sì, chiedeva più spazio per il 23enne con l’istinto da killer sotto porta. La partita di martedì sera va dunque archiviata come una serataccia. Borja si rimetterà in cammino con una certezza: le occasioni sbagliate sono comunque occasioni create e un centravanti pericoloso è sempre meglio di un centravanti innocuo.