La Gazzetta dello Sport (M.Dalla Vite) – Questa volta non va come quel «suo» 2011. Allegri non replica lo scudetto che vinse all’Olimpico: allora gli successe sulla panchina del Milan, ieri sera ha fallito il primo match-point con la Juve e tutto dovrà essere rimandato a domenica contro il Crotone, sempre ammesso che la squadra di Nicola — impegnata nella furibonda lotta salvezza — non sappia regalarsi un colpo di coda. «Abbiamo mollato qualcosa a livello di attenzione — dice Max —, nella ripresa ci stavamo un po’ addormentando, ma non sono preoccupato: anzi, ci potrà fare bene perché dobbiamo rialzarci subito per mercoledì e per il Crotone. Quando uscirono i calendari dissi una cosa: quest’anno per vincerlo ci vorrà l’ultima giornata. Quindi…».
ALZARE LE ANTENNE – Il crollo sul più bello: tutto ciò che col vantaggio di Lemina pareva fatto e facile ecco che si è trasformato in incubo. La Roma che esonda, Buffon con gli occhi sgranati e Allegri che vorrebbe non crederci ma deve piegarsi alla forza di una Roma rinata e ora a ridosso della Signora. Max ha dovuto anche spendere giocatori che avrebbe volentieri risparmiato per la finale di Coppa Italia, compreso Marchisio a grande rischio dopo l’affaticamento muscolare. «C’è amarezza ma la prima cosa da fare è di non creare nervosismo perché per vincere il campionato serve arrivare lucidi — continua Allegri — Forse abbiamo staccato un po’ la spina, e quando allenti la tensione nel palleggio e nella fase difensiva una squadra brava come la Roma ti fa gol. Serve rialzare le antenne, prima di tutto io».
TORNIAMO CATTIVI – Allegri ci ha provato fino alla fine inserendo Dani Alves e poi Dybala dopo aver messo una formazione che ha decisamente retto poco. Troppo poco. La sostanza è che la Juve-2 non vale minimamente la Juve dei Fab-5, e non è la prima volta che succede una cosa del genere. «Non basta il turnover per spiegare questa prestazione, sono tre mesi che cambio giocatori, quando 5 o anche 8, anche perché veniamo da due mesi in cui abbiamo incontrato Barcellona, Napoli, Monaco, Atalanta e Roma. Ora ci vuole serenità e tornare con la cattiveria giusta con la quale sappiamo vincere le partite».
TESTA A POSTO – Adesso c’è l’impegno di Coppa Italia e psicologicamente la Juve non ci arriva nelle migliori condizioni. «Bisogna restare in gara 95’, e a questo punto serve calma, non perdere quella testa che non abbiamo mai perso — riprende Allegri — e questo aspetto è segnale di una squadra che sa arrivare ai suoi obiettivi. Non era pensabile arrivare a vincere con largo anticipo: ora non serve allarmismo. Mandzukic? Sta bene, solo una botta alla schiena. Dybala l’ho tenuto giù perché veniva da un problema al flessore, le forze vanno dosate». Oggi la squadra — che rimane a Roma cambiando hotel e che alla vigilia della finale sarà ricevuta dal Papa — si allenerà all’Acquacetosa. «Se la frenata sa di ossessione-Champions? Ma no, manca un mese: ripeto che non abbiamo ancora vinto nulla. Cosa dirò alla squadra? Che quando vai sotto e perdi diventi debole, ma i miei ragazzi sono forti e maturi e sanno arrivare al traguardo».