Corriere della Sera (A. Arzilli) – L’uomo da 42 milioni di euro ha tre requisiti base: innanzi tutto il cuore caldo e la testa fredda, prerogative naturali di un capitano; in secondo luogo l’attitudine a giocare partite decisive, probabilmente anche piuttosto tirate nel senso dei nervi, e il derby Champions di domani pomeriggio porta esattamente questi connotati; il terzo punto è l’abitudine a lasciare il segno proprio quando serve.
Se non con un gol o un assist, almeno con la capacità di leggere i punti critici dell’avversario e lì insistere per far saltare gli equilibri della gara. L’identikit porta dritti a Stefano Mauri, lo spacca-derby di Pioli.
Pochi minuti contro l’Inter, spiccioli di gara contro la Samp e solo panchina contro la Juventus nella lunghissima finale di Coppa Italia persa ai tempi supplementari mercoledì scorso all’Olimpico: complice la flessione nello stato di forma Mauri si è visto poco o niente nell’ultimo mese. Ma adesso diventa la chiave per il secondo posto, domani c’è una partita da vincere per il sorpasso o, almeno da non perdere visto che il Napoli, col ko esterno di ieri contro la Juve, ora tifa Roma per giocarsi poi tutto con la Lazio al San Paolo all’ultima giornata.
E forse Pioli l’aveva calcolato. Per questo ha pensato di far tirare il fiato a Mauri in prospettiva Roma, punire i giallorossi è la specialità del capitano: insieme a Klose, Mauri è il laziale in rosa con all’attivo più gol alla Roma, ben 3 peraltro segnati negli ultimi 4 derby da lui giocati, che hanno fruttato alla Lazio due vittorie più il pareggio nell’andata dell’11 gennaio scorso(2-2, Mauri e Felipe Anderson, doppeitta di Totti).
Sarà anche per scaramanzia visto che ultimamente Mauri con la fascia al braccio è garanzia di punti nel derby, fatto sta che saranno probabilmente i due terribili over-35 della Lazio (anche se resiste un ballottaggio tra Klose e Djordjevic) a fare da traino verso la cascata di euro Champions. Loro e, forse, anche Lucas Biglia che ieri è tornato ad allenarsi in gruppo.
Una schiarita. Se per il terzo posto è questione di un punto, il secondo è obiettivo reale. Prima di tutto per questioni economiche: 42 milioni cash (12 milioni di premio Uefa più 5 di biglietteria più 25 di market pool) più la traduzione in euro dei punti nel girone (1,5 milioni per vittoria e 0,5 a pareggio), cioè un mare di soldi che andrebbe ad aumentare i raggio d’azione della Lazio sul mercato.
E poi in termini di programmazione visto che il terzo posto regala, sì, un po’ meno soldi, ma soprattutto molte più grane: una stagione che deve partire in anticipo per i preliminari e la certezza quasi assoluta di ritrovarsi accoppiati a squadroni come il Manchester United, il Valencia (o il Siviglia, dipende dalla finale di Europa League di mercoledì), l’Ajax o il Bayer Leverkusen. La salita non sarebbe ancora finita, per questo il derby è da vincere.