In vista di Roma-Inter di oggi pomeriggio, Marco Materazzi ha rilasciato un’intervista per La Gazzetta dello Sport. Tra gli argomenti affrontati dall’ex nerazzurro c’è anche il neo allenatore giallorosso Daniele De Rossi. Queste le sue parole:

“De Rossi aveva vent’anni, e io dieci di più, gli feci i complimenti e una battuta: “Mi raccomando, picchia tutti…”.

E lui cosa le rispose? Senti chi parla?…
“No, quello me l’ha scritto su Instagram, quando ho mostrato gli armadi della mia collezione di maglie e lui fece la battuta: “Poi ci fai vedere anche quella di tibie?”.

In effetti c’erano avversari più morbidi di voi due, da affrontare.
“Almeno in una cosa siamo stati simili, io e Daniele: l’amore totale per la nostra squadra. E dunque uguali nel darle sempre tutto”.

Simili anche in certi errori di gioventù?
“Certo, infatti al Mondiale 2006, quando si prese quattro giornate per quel cazzotto, fui il primo a difenderlo: sapevo come si sentiva. E dedicai anche a lui il gol alla Repubblica Ceca”.

E lui capì: “Non tutti l’avrebbero fatto”, disse. Però quando lei, per lo scudetto 2010, fece scrivere su una t-shirt “Nun è successo”, sfottendo a distanza i romanisti, De Rossi non la prese bene.
“Succede quando sei tifoso, prima ancora che giocatore, della tua squadra: io avrei fatto lo stesso. E le racconto questo: sa quante volte gli ho detto “Dai, vieni all’Inter”? Lui sorrideva e mi rispondeva sempre la stessa cosa: “Marco, se lascio Roma, devo lasciare le due cose che amo di più: mia figlia Gaia e la Roma”. Amore assoluto, fedeltà assoluta”.